Sempre-Verdi

Oggi 10 ottobre è il 200° compleanno di Giuseppe Verdi. Una commemorazione che Verdi per primo vedrebbe in chiaroscuro. Non deve essere solo una festa guardando al passato. Perché le celebrazioni rischiano di far guardare solo al passato.

Mentre Verdi è attuale, più che mai. Le statistiche (www.operabase.com) dicono che nel 2013 Wagner ha ceduto ampiamente il passo a Verdi: 1349 rappresentazioni il tedesco, 4006 l’italiano. Prima per recite Traviata con 815 recite, secondo Rigoletto con 415. Un recente libro di Riccardo Muti, ”Verdi, l’italiano” (Rizzoli, pp-218, euro 18.50) spiega come Verdi sia l’identità degli Italiani. Non è solo un passato, Verdi è l’Italia, l’Italia di oggi e del futuro.

I suoi personaggi, le parole e la musica sono teatro, teatro che resta attuale e moderno: “E’ talmente capace di mettere a nudo e trattare le nostre passioni e i nostri dolori, i nostri pregi e i nostri difetti, che noi ci riconosciamo in essi: sarà sempre attuale” scrive Muti.

“Verdi ha la stessa universalità di Mozart e di un Wagner”, spiega il direttore d’orchestra. E c’è da credergli, visto che tutti questi grandi sono nel suo ampio repertorio.

Verdi per noi italiani ha però un valore aggiunto: “E’ l’artista che meglio è riuscito ad esprimere il nostro temperamento”. E’ il valore de ”l’italianità verdiana” come la chiama Muti. Che non può essere relegata solo agli anniversari culturali. Dev’essere anche nel presente e nel futuro: non è da festeggiare con lo sguardo indietro, ma un tesoro da condividere con un pubblico nuovo, magari – e possibilmente – di chi ignora il teatro in musica.