Noi e la politica

Si parla molto di economia e molto di politica, in questi giorni: la legge di stabilità e le paturnie politiche che sembrano tornare in auge attorno al solito problema Berlusconi, oltre ai sommovimenti interni ai partiti. Molti ne parlano anche perché tutti ne sono interessati. La legge di stabilità, in particolare, significa tasse che dovrebbero diminuire, incentivi per la ripresa che dovrebbero aumentare e così via. In altre parole tutti i cittadini di questo Paese ne sono direttamente interessati.

IL BENE COMUNE

Ma il come se ne parla fa venire alla luce che non solo tutti ne sono interessati ma anche che tutti ne sono interessati a modo a loro. E cioè, soprattutto e ancora una volta, che una legge per tutti fa parlare non tanto di ciò che interessa tutti ma di ciò che interessa qualcuno. Ognuno si domanda quale è il proprio guadagno e quale la propria perdita in quella legge. Questo gran discutere conferma, dunque, che si è smarrito il senso di un bene comune al quale tutti contribuiscono. E invece ognuno si chiede, di quel bene comune, che cosa spetta a sé. Il governo ideale diventa, in questo modo, un gigantesco supermercato che è tanto più ideale quanto meno chiede e quanto più dà.

LA MORALE SOCIALE

La morale sociale, e cioè i principi ispiratori e i comportamenti che rendono buona la convivenza di tutti, o è sociale o non è. Non basta cioè essere genericamente “buoni”, bisogna esserlo insieme. Esempio. Tutti sono per il “rispetto della natura” (tra l’altro il “rispetto” è financo eccessivo: basterebbe parlare di un semplice “buon uso” della natura). Ma se un inceneritore viene progettato nel mio comune protesto e chiedo che venga spostato nel comune vicino o, meglio ancora, in un comune lontano qualche decina di chilometri dal mio. Così i vantaggi me li godo io e gli svantaggi se li cucinano gli altri.

Si capisce, così, il fatto che in questo Paese tutti sono arrabbiati: tutti protestano per le molte cose che non vanno e vorrebbero una società migliore, più giusta, più pulita, più tutto. Tali sono le arrabbiature, che alcuni partiti vivono di quelle arrabbiature. Leggi alla voce “Grillo” ma non solo. Anche la voce “Lega” può dire qualcosa. Ma anche voci diverse di altri partiti confermano: dovunque gli arrabbiati fanno strada. Solo che le arrabbiature sono sempre contro qualcun altro, mai contro di sé. E di arrabbiature vive, al massimo, qualche partito o qualche corrente di partito, non un Paese intero. Il Paese ha bisogno, molto bisogno d’altro.

IL TUO PARERE

Secondo te quali sono le ragioni del continuo arrabbiarsi, gridare, scontrarsi nei dibattiti politici?
Non ti sembra che la Chiesa sia un po’ troppo silenziosa? Secondo te fa bene a tacere?
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