Il pane a vita

Il lavoro che non c’è più lascia un vuoto: non solo economico, ma fisico, esistenziale. Pulire la cucina: una serie di gesti tutti uguali. Stirare, lo stesso. In fondo la vita si nutre di ripetizioni, di riti quotidiani. Questi però, in particolare, diventano vuoti da quando non c’è più quell’altra sequenza di gesti, quella del lavoro in fabbrica, a interrompere la quiete dello scenario quotidiano.

Lo racconta con grande intensità «Il pane a vita» il film documentario che nasce da un progetto della Caritas diocesana bergamasca, della Fondazione Adriano Bernareggi e Zalab doc&more. Per vederlo, in prima nazionale l’appuntamento è giovedì sera, 5 dicembre, alle 21 al cinema Conca Verde di Longuelo alla presenza del vescovo di Bergamo, Francesco Beschi (ingresso gratuito).

Il film parte dalla chiusura della Honegger, storica fabbrica tessile di Albino, e racconta che cosa succede nella vita di tre donne, tre ex operaie: la quarantenne Lara Vezzoli e le gemelle cinquantenni Liliana e Giovanna Ghilardi.

STORIE DI VITA

La vicenda della Honegger è un simbolo, un modo, come spiega don Claudio Visconti, direttore della Caritas diocesana, «per dare voce alle 3.300 famiglie che abbiamo aiutato fino ad ora con il Fondo creato nel 2009, quando la crisi sembrava un problema temporaneo, di pochi mesi: un’illusione che oggi non abbiamo più. Noi ci stiamo impegnando per rinnovare anche per l’anno prossimo questo segno di prossimità e di vicinanza a chi vive le situazioni più disperata: senza reddito, con molti figli… Insomma agli ultimi della fila. Sono tantissime le richieste d’aiuto che continuano ad arrivarci. Ci è sembrato importante, nel frattempo, dare voce ai poveri con questo film. Partiamo, è vero, da un caso concreto, quello che ci è stato possibile documentare con le immagini, ma l’idea di fondo è rappresentare la situazione di tutti quelli che perdono il lavoro, delle loro fatiche, dei loro problemi, delle gioie e dei dolori che vivono. Tra gli obiettivi di questa operazione c’è anche quello di generare un’autentica cultura della solidarietà: contrariamente a quanto si pensa, la crisi finisce infatti per generare l’opposto, paura ed egoismo. Le donazioni sono diminuite in modo sensibile. Di pari passo ai nostri sportelli arrivano sempre più italiani, che si rivolgono a noi perché non hanno più altre possibilità: gli ammortizzatori sociali sono finiti, la rete familiare non li sostiene più, non riescono a trovare un nuovo posto di lavoro. Una situazione davvero preoccupante».

LAVORO SUL CAMPO

Il regista Stefano Collizzolli, affiancato da un gruppo di lavoro della Caritas, ha lavorato per un anno sul campo per realizzare «Il pane a vita», dove i cancelli della fabbrica si chiudono dopo dieci minuti: il film si concentra su altro, sulla vita quotidiana, su quello che sta succedendo in bergamasca, dove è il lavoro, soprattutto, a definire l’identità di una persona. La maggior parte degli operai della Honegger sono entrati in fabbrica pensando che avrebbe dato loro «il pane a vita», come è stato spesso per i loro genitori. Ma non è quello che è successo: e quando tutto finisce, non è solo questione di trovare un altro posto (ricerca oggi difficilissima), è proprio un orizzonte che cambia, una cultura, un mondo che non ci sono più.

Sullo schermo si alternano immagini d’archivio in bianco e nero, interviste, che messe a fianco della realtà, durissima, di oggi fanno venire la pelle d’oca. «Il lavoro grande della Caritas – spiega don Giuliano Zanchi, segretario della Fondazione Bernareggi – rischia di restare in una nicchia, sconosciuto ai più, come se fosse soltanto una piccola risposta agli sfasamenti del sistema. Il film cerca di portare alla luce tutto questo impegno, che è una vera e propria miniera, anche per un modo di fare cultura, ecco perché la Fondazione Bernareggi ha abbracciato questo progetto. Noi pensiamo a un’idea umana della cultura che impara dalle cose che accadono, dai fenomeni, dalle trasformazioni in atto. Così alcune azioni possono diventare parte del modo di pensare di tutti. “Il pane a vita” diventa anche uno strumento per contrastare la tendenza contemporanea a trasformare, per la paura, la vita in una trincea dove rimanere chiusi, sgretolando tutti i comportamenti solidaristici».

SENZA IDENTITA’

Stefano Collizzolli, padovano, con un ricco curriculum di documentari all’attivo, a fianco di Andrea Segre per molti lavori, ha dato voce alle persone che la Caritas ha incontrato: «Capita davvero di rado – sottolinea – che un’organizzazione investa del denaro per realizzare un lavoro in cui in realtà non compaiono in modo esplicito le sue attività e i servizi che vengono erogati. Qui abbiamo raccontato non solo e non tanto un trauma economico, anche se naturalmente c’è anche questo aspetto: la perdita del lavoro è una perdita di identità. Le persone si sono sentite tradite in un patto che hanno stipulato, quello del lavoro a vita, che è franato all’improvviso. Questo modello economico ormai finito, come ci stiamo dicendo da tempo, lascia sul campo le vite delle persone». Il film di Collizzolli è nato dall’incontro con tante persone: gli operatori e i volontari che si occupano del fondo famiglia, la gente che viene aiutata. «Partiamo dalla Honegger – sottolinea – per raccontare una storia universale».

Il film è stato realizzato con un budget molto limitato, quarantamila euro. Rai Cinema ha già acquistato i diritti di distribuzione. È un importantissimo segno di riconoscimento del valore di questo lavoro, che già comunque promette di portare l’impegno del Fondo famiglia a diventare un modello culturale, e non solo «un piccolo ghetto di bene». Anche vedere il film è un atto di solidarietà: il ricavato andrà ad aiutare il Fondo famiglia e i progetti della Caritas. Le proiezioni possono diventare poi, suggeriscono i promotori dell’iniziativa, anche «un piccolo progetto pastorale», per alimentare la cultura della solidarietà e generare dibattito su un tema «caldo».

LE PROIEZIONI

6 dicembre Milano, Centro San Fedele, ingresso gratuito

7 dicembre Roma, Millennio Film Fest, alla presenza di don Ivan Maffeis

9 dicembre Bergamo, Cinema Del Borgo (ingresso a pagamento)

12 dicembre, Albino, Nuovo cineteatro

Per informazioni: il blog www.ilpaneavita.wordpress.com, www.zalab.org/ilpaneavita .

Trailer del film doc “Il pane a vita” from Za Lab on Vimeo.