L′Agnello sgozzato

 In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! (Vedi Vangelo di Giovanni 1, 29-34). Per leggere i testi della seconda domenica dell’anno “A”, clicca qui.

L’AGNELLO E IL PECCATO-TENEBRA

Siamo ancora vicino al Giordano. Gesù è stato battezzato da Giovanni Battista. I cieli si sono aperti, la voce di Dio si è fatta sentire. Era il vangelo di Matteo: domenica scorsa. Adesso il racconto dell’incontro è ripreso dal quarto vangelo. Il Battista vede venire verso di sé Gesù e dice: Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Molto probabilmente il Battista ha in mente l’immagine dell’agnello pasquale. Non è un caso: l’evangelista Giovanni ama molto questa immagine. Sarà lui a collocare la morte di Gesù nel giorno stesso in cui si sacrificavano gli agnelli per la pasqua ebraica, e sarà lui a rivelare il dettaglio singolare che a Gesù non viene spezzato alcun osso, esattamente come avveniva con l’agnello pasquale, al quale, stabilisce il libro dell’Esodo, “non spezzerete alcun osso”.

Ora l’agnello che il Battista segnala toglie «il peccato del mondo». «Il peccato» non «i peccati». È del tutto probabile che il peccato del mondo si identifichi con le tenebre di cui l’evangelista ha parlato poco prima, nel prologo: il rifiuto della Parola, la chiusura del “mondo” su di sé. Il Battista, dunque, ha il compito di segnalare l’Agnello, di svelarlo a Israele. L’evangelista non racconta una scena del battesimo “aperta” a tutti, come nel caso degli altri Vangeli, ma una scena in cui sembra che sia stato il solo Battista a vedere Dio che si manifesta e parla… Lui ha visto ed è lui che la racconta. Il senso della scena è però lo stesso: Gesù è “investito” dall’alto. Il Messia atteso, il Figlio di Dio, è lui.

 PRENDE IL POSTO DELLA VITTIMA

Vale la pena soffermarsi sulla strana, affascinante immagine dell’agnello. L’agnello è l’animale che non uccide mai: viene sempre ucciso dagli altri animali o dall’uomo. La grande novità di Gesù è che egli non vendica l’agnello e non fa violenza per difenderlo: ne prende semplicemente il posto. Il massimo della violenza è quando si fa violenza senza motivi; all’estremo opposto sta chi subisce violenza senza colpa. È il posto occupato dall’Agnello di Dio che subisce sempre violenza e la subisce soltanto: sia al posto di chi ha colpa e sia al posto di chi non ne ha. Nessun agnello è debole come lui. È un agnello sgozzato e per questo egli è l’immagine riuscita di un amore senza ombre. «Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato» (Apocalisse 5, 6). E a ogni messa noi ripetiamo le parole del Battista che il vangelo di oggi ci riferisce: «Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo».

Da notare un altro particolare interessante. Il Vangelo di Matteo raccontava che il cielo si apriva e che Dio stesso segnalava il Figlio amato presente in mezzo agli uomini. Ora non è più Dio che parla ma è il Battista che comunica ciò che gli ha detto Dio. Inizia la mediazione umana. Avere fede vuol dire vivere di mediazioni: la Chiesa soprattutto, i fratelli nella fede ci dicono chi è Dio con la loro fede e il loro amore per Dio e per gli uomini. Insomma, ancora una volta, o il Vangelo “prende carne” o rischia di non essere neppure Vangelo.

IL TUO PARERE

Gesù agnello… Che cosa suggerisce questa immagine di una debolezza che cede sempre?