Parroco ed elezioni

Carissimi parrocchiani di Belsito,

la prima parte del 2014 sarà tempo di elezioni e di campagna elettorale con tutto il sommovimento che questo di solito comporta. Intanto che non siamo ancora nell’occhio del ciclone delle passioni e delle manovre elettorali, vi mando questa lettera augurandomi nel mio piccolo di contribuire a fare del giorno delle elezioni una vera festa della nostra civile convivenza.

LA POLITICA È NECESSARIA

Per brevità e in un desiderio di chiarezza mi esprimerò per punti.

A – L’impegno politico è una delle più alte forme di carità cristiana. Lo dice Paolo VI. E io ci credo. La politica, come sapete, è l’arte di governare la città. Senza un governo e senza politica nessuna convivenza umana è possibile. Perciò incoraggio di cuore quelli che se la sentono a farsi avanti e a impegnarsi per questa speciale forma di carità cristiana. Spero proprio che ci sia molta buona volontà in questo senso. Sarebbe triste se le varie formazioni politiche faticassero a comporre le liste per mancanza di persone disponibili.

B – «Quando uno teme Dio e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga è gradito a Dio». Io credo che queste parole di S.Pietro negli Atti degli Apostoli si possano applicare anche all’appartenenza politica. (Il timore di Dio è il rispetto adorante dell’Assoluto e dei valori superiori, cosa possibile anche in chi non fosse religiosamente credente). Se ci sarà questo timor di Dio e questa passione per la giustizia, l’impegno politico dei candidati come degli elettori, in qualunque partito lo attuino, farà piacere a Dio (e quindi anche al parroco) e darà gioia ai concittadini.

C – Il confronto politico dei vari partiti è legittimo. E, se i problemi son forti, è legittimo che anche il confronto sia forte e anche aspro. Non dobbiamo scandalizzarci. «La carità cristiana – diceva il Card. Villot già Segretario di Stato – non esclude confronti anche duri».

Io credo che, pur nella nostra grave situazione attuale, si debba evitare l’inverosimile asprezza che sta guastando il confronto politico nazionale e locale. Ma, anche in caso di necessario confronto duro, ci si muova sempre non per cattiveria, ma solo per costruire positivamente il bene comune.

UN SOGNO

D – A questo scopo, per la prossima campagna elettorale permettetemi di sognare. Ecco: io sogno:

1. Che le forze in campo diano prova di intelligenza politica, nel rilevare i più veri e i più urgenti problemi del nostro paese, nel prospettarne le soluzioni più adeguate in modo chiaro e comprensibile in un programma costruttivo che la gente possa capire, giudicare ed eventualmente approvare. Che bello se i vari programmi brillassero per concretezza, credibilità, e chiarezza!

2. Che il dibattito politico sia alto, cioè sia leale, eviti la volgarità, gli insulti, le calunnie, e aiuti invece a riflettere sulle tematiche che davvero interessano alla gente.

Voglio sperare in particolare che la legittima prassi del volantinaggio sia utilizzata in modo aperto, mai anonimo, mai per insultare o calunniare le persone, ma sempre e solo per spiegare con limpidezza e tempestività il proprio programma e/o per criticare vibratamente, se occorre, ma democraticamente e civilmente quello degli altri.

(A quelli che vengono in chiesa voglio ricordare che redigere e diffondere scritti denigratòri ano-nimi è peccato. E perché uno scritto non sia anonimo non basta metterci sotto “Un gruppo di cit-tadini” o altre vaghe formule simili. Con firme simili lo scritto resta anonimo!).

3. Che la campagna elettorale sia trasparente. Che cioè mostri la verità dei problemi e dei dati, la chiarezza delle soluzioni, la rettitudine d’intenzione dei diversi concorrenti alla carica di sindaco, di assessore e di consigliere, nonché la loro competenza e la loro onestà.

4. Che i cittadini di Belsito non restino indifferenti, ma seguano il dibattito, si interessino e, se dovesse essere il caso, esigano dai candidati un confronto chiaro e costruttivo e poi prendano posizione e votino non in base a simpatie o ad interessi personali, ma per il maggior bene del paese. Questo sarà il loro modo per esercitare quella alta forma di carità cristiana che è la politica.

5. Che dopo le elezioni tutti continuino a fare la loro parte per il bene comune: la maggioranza governando con fedeltà agli impegni presi; la minoranza controllando, criticando e stimolando non per partito preso, ma per il maggior bene comune; la popolazione continuando ad interessarsi e a partecipare in tutti quei modi che una fantasiosa coscienza civica sa suggerire.

LE PREOCCUPAZIONI DELLA PARROCCHIA

E – La Parrocchia ha, anche lei, da far presenti alcune sue preoccupazioni specifiche in ordine ai problemi sociali (formazione dei giovani, difesa dei più deboli, attenzione agli emarginati, sostegno prioritario alla famiglia, scuola dell’infanzia, superamento di chiusure culturali e sociali) ed è evidentemente attenta a vedere chi e come tra i candidati se ne vorrà fare effettivamente carico.

F – Al fine di garantire, in ogni ricorrenza elettorale, piena libertà di movimento sia alla Parrocchia sia alle persone in essa impegnate, è mio desiderio che i membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale, i membri del Consiglio per gli Affari Economici, i membri del Consiglio dell’Oratorio e quanti hanno incarichi di responsabilità in parrocchia lascino il loro incarico nel caso in cui si candidino alle elezioni o assumano impegni direttivi o di propaganda all’interno di una formazione politica. Inoltre desidero fortemente che nessuno faccia propaganda elettorale negli ambiti della parrocchia (in Oratorio, sul sagrato, all’uscita delle messe o delle riunioni…).

G – I cristiani che s’impegnano in politica e che lo fanno con intenzione retta hanno a volte l’attesa (e perfino la pretesa) che la comunità cristiana li premi con il voto e si lamentano se questo non succede. A mio parere, è bene che anche i candidati cristianamente impegnati sappiano che il voto lo si merita non in base alle intenzioni sante con cui ci si mette in politica, ma in base alle scelte concrete e alla loro adeguatezza ai problemi sul tappeto.

H – Spesso i cristiani impegnati in politica si lamentano perché si sentono lasciati soli dai loro sacerdoti. Io prometto di non abbandonarli, ma chiedo loro di non confondere la mia vicinanza pastorale con l’appoggio politico per loro con la pretesa che io prenda le distanze dai loro avversari.

Sarò vicino a tutti quelli che lo desidereranno, con il consiglio spirituale, con l’incoraggiamento nei momenti di difficoltà, con l’incitamento alla fedeltà e alla coerenza e con il sostegno della preghiera. E lo sarò, indipendentemente dal “colore”, sia che vengano poi a trovarsi in posizione di governo, sia che vengano a trovarsi in posizione di minoranza.

All’inizio del mio ministero a Belsito, ricordo d’aver confidato che la sera prima di dormire, mando una benedizione a tutti. Ora vi confido che durante il periodo elettorale lo farò con più forza di fede e di amore, perché desidero proprio che la legittima e appassionata competizione democratica non avveleni i cuori con cattiverie e brutti sentimenti. Pace e bene a tutti e a ciascuno.

IL TUO PARERE

Ho trovato questo messaggio elettorale del parroco di Belsito ai suoi parrocchiani molto appropriato; ma, siccome sono suo amico, il mio potrebbe essere un giudizio di parte. Che ne pensano i lettori?