Generare futuro

«Generare futuro» è il tema scelto dai vescovi italiani per la 36ª giornata per la vita che si celebra sabato 1 febbraio. Non è facile, nella società contemporanea, sostenere una cultura della vita: per questo l’invito dell’ufficio diocesano per la pastorale familiare è di concentrare su questo tema un’attenzione costante, che non si esaurisca in una sola giornata. Al centro c’è «lo stretto legame tra generare ed educare». L’appuntamento con la veglia e la marcia diocesana di preghiera per la vita è per sabato 1 febbraio alle 16 con partenza dal Battistero in piazza Duomo e sarà presieduta dal vescovo Francesco Beschi nella Cattedrale in Città Alta.

È difficile, oggi “generare futuro”: le coppie senza figli sono sempre meno. Nei prossimi 10 anni la popolazione in Italia potrebbe calare di 400 mila unità. «Siamo un Paese – si legge nel sussidio diocesano preparato in occasione di questa giornata – in cui la frequenza di nascite, costantemente superata da quella dei decessi, si colloca stabilmente sotto le 600mila unità annue, ossia 150mila in meno di quante ne servirebbero per garantire nel tempo – in regime di stazionarietà (crescita zero) – l’attuale dimensione demografica. Il tutto mentre la durata media della vita ha superato gli ottanta anni e la fecondità, scesa già dal lontano 1977 sotto il livello che garantisce il ricambio generazionale (due figli in media), si è attestata attorno a 1,3 figli per donna. Si tratta di numeri dal significato eloquente: generare poco – i figli sono meno numerosi dei genitori e anche degli stessi “nonni” viventi – è sintomo sia di scarsa fiducia nel futuro sia di una difficoltà delle nuove generazioni, culturale prima che economica, a pensarsi come protagoniste attive nella trasmissione della vita». È una situazione che interpella in modo forte le comunità cristiane «sulla loro capacità di trasmettere un senso positivo del vivere, aperto al futuro, innamorato della vita, fattivamente fiducioso nella capacità umana di aprire un buon domani per tutti. È fondamentale avere a cuore le relazioni con tutti, farsi vicini a chi si affaccia alle soglie della Chiesa, dell’oratorio, della parrocchia, offrendo un clima di apertura e di cordialità. La vitalità e la bellezza dei legami necessita anche di luoghi concreti per esprimersi ed essere percepita, così che sia intuita la novità di vita aperta dal vangelo. In occasione della Giornata per la vita le comunità possono quindi riflettere su quanto i propri luoghi educativi (oratorio, scuola dell’infanzia, luoghi dello sport, 2 attività di animazione parrocchiale caritativa e altro …) sappiano favorire la crescita dei piccoli e trasmettere il senso evangelico di una vita bella e promettente perché sostenuta dalla vicinanza di Dio».