Con Giulia

«Tutto sta nell’amore» è il filo conduttore dell’incontro in programma questa sera (31 gennaio) nella parrocchia dei Santi Nazario e Celso. Protagonisti della serata saranno i genitori di Giulia Gabrieli, che ripercorreranno la sua storia. Appuntamento alle 21 nel salone parrocchiale di piazza Marconi 16. Giulia Gabrieli è morta a 14 anni di tumore. Viveva a Bergamo, nel quartiere di San Tomaso de’ Calvi. Parlare di lei proprio alla vigilia della Giornata per la vita non è affatto fuori luogo, perché lei è stata capace di trasformare i suoi due anni di malattia in un inno alla vita. «Io ora so – scriveva – che la mia storia può finire solo in due modi: o, grazie a un miracolo, con la completa guarigione, che io chiedo al Signore perché ho tanti progetti da realizzare. E li vorrei realizzare proprio io. Oppure incontro al Signore, che è una bellissima cosa. Sono entrambi due bei finali. L’importante è che, come dice la beata Chiara Luce, sia fatta la volontà di Dio». La malattia non è riuscita a cancellare l’entusiasmo, la forza e la leggerezza di una ragazza normale che amava viaggiare e lo shopping, come tante sue coetanee. Nel suo libro “Un gancio in mezzo al cielo”, tante riflessioni che offrono coraggio e speranza a chi soffre: «Il fatto è che la gente ha paura della malattia, della sofferenza. Ci sono molti malati che restano soli, tutti i loro amici spariscono, spaventati. Non bisogna avere paura! Se gli altri ci stanno vicino, ci vengono accanto, ci mettono una mano sulla spalla e ci dicono “Dai che ce la fai!”, è quello che ci dà la forza di andare avanti. Se questo non succede ti chiedi: perché vanno così lontano? Se hanno paura, allora devo temere anch’io… Perché dovrei lottare per la guarigione se nessuno mi sta accanto?». Giulia ha vissuto fino in fondo la sua malattia, con tutti i suoi abissi, trovando forza nella fede per affrontare la sofferenza. Dopo la sua morte la sua famiglia ha fondato un’associazione, «Con Giulia» e porta alle persone, come un seme, la sua testimonianza di fede.