Seconda casa

“Questa è sicuramente la mia festa preferita dell’anno. Batte addirittura il Carnevale!” Così risponde un animatore alla mia domanda: “Cosa ne pensi della festa di San Giovanni Bosco?”
Come è ormai tradizione da molti anni, l’oratorio Sant’Alberto di Prezzate si è visto impegnato in tre giorni d’intensi festeggiamenti per ricordare il Santo che ha fondato un luogo di così centrale importanza nelle parrocchie, l’oratorio.
È la festa che è attesa fin dai primi giorni di Settembre, quando ripartono le attività oratoriali, e che non può che cominciare con la messa nel giorno del 31 Gennaio, dedicato a San Giovanni Bosco, ripercorrendo la vita del prete di Torino e la sua attenzione nei confronti dei giovani.
Naturalmente non poteva mancare l’appuntamento che più ottiene successo nella piccola parrocchia di Prezzate, la classica e cara “lasagnata in oratorio” del sabato sera; una cena capace di riunire generazioni di prezzatesi , dai bambini  ben piazzati al centro della sala pronti a scattare all’arrivo del pane e salame, ai genitori, serviti per una sera dai loro stessi figli animatori, e poi gli anziani del paese, seduti  tutti gli anni nei soliti tavoli a destra, dove il vino finisce sempre troppo presto.
Il vero top della festa però si è raggiunto domenica pomeriggio, che ha visto protagonista il cuore pulsante di ogni oratorio che si rispetti: i bambini. Sedici coppie si sono sfidate in un triplice torneo di calcio balilla, carambola e Just Dance e per la prima volta ha visto vincitori due bambine, che hanno sbaragliato i maschietti grazie a frenetici passi di danza.
Al termine della festa, quando rimangono solo tanti tavoli sporchi da sparecchiare e i bambini da ricacciare a casa perché è ora di cena, viene spontaneo chiedersi come mai ogni anno si decida di festeggiare San Giovanni Bosco, cosa spinga l’oratorio ad impegnarsi e a organizzare tre giorni di festa.
“Non è una semplice festa di paese, come quelle che si fanno in estate – commenta una coppia di genitori -. È la festa dell’oratorio, di tutte le persone che lavorano per esso, ed è anche la vostra festa, di voi giovani che vi impegnate a renderlo sempre più bello.”
“Io ammiro la figura di San Giovanni Bosco – dice invece una giovane animatrice – però quello che mi piace di lui non è tanto la sua storia, la sua vita; piuttosto l’esempio che ci ha lasciato, la strada da seguire. Dobbiamo a lui se oggi siamo tutti qui.”
Forse è proprio questo che spinge un gruppo numeroso di giovani animatori a portare avanti un impegno importante, un incarico delicato com’è quello di educare e seguire i bambini più piccoli, i loro fratelli minori. San Giovanni Bosco ha creato un luogo, dove i ragazzi potessero essere ascoltati, educati e protetti, e oggi c’è bisogno di stare vicino a loro, la generazione del futuro. L’oratorio è dove le generazioni si possono incontrare, dove i ricordi affiorano, dove si impara a giocare e a ridere. Per questo la festa di San Giovanni Bosco è sempre un gran successo. Non è solo un’occasione per sedersi insieme intorno ad un tavolo e non è il senso di appartenenza ad una comunità a richiamare così tante persone. C’è qualcosa di più profondo, la consapevolezza che le persone che spendono il loro tempo per un luogo così semplice, lo fanno perché in passato hanno ricevuto la stessa attenzione che ora dedicano ad altri. L’oratorio pulsa nella piccola parrocchia di Prezzate, è vivo e il paese si stringe attorno ad esso. Perché qui si sono creati i primi legami di amicizia, a volte i primi amori; chi non ha sfidato la pioggia per fare due tiri a pallone e chi non si è dato appuntamento in oratorio, anche solo per fare una partita a calcio balilla? Chi non è cresciuto, tra queste aule, seduto accanto ad un amico?
“E’ la festa che amo di più perché, per un certo verso, è la festa della mia seconda casa.”