Crisi e dintorni

LETTA E RENZI

L’80 per cento degli Italiani è contrario alla staffetta Letta e Renzi. Così un sondaggio promosso dal sito del Corriere. Eppure, mentre scriviamo (mercoledì 12 febbraio, ore 22), dopo le notizie dell’incontro fra i due, tutto sembra precipitare verso la crisi. La prima reazione è che, ancora una volta, la politica ha una sua logica che non è quella degli elettori. Ma questo può voler dire che i politici non capiscono la gente ma, almeno teoricamente, può voler dire anche il contrario: che la gente non capisce la politica. Chi ha ragione? Difficile dire.

Intanto i siti hanno messo in rete dei filmati nei quali Renzi, più volte e in più circostanze, affermava che non aveva nessuna intenzione di prendere il posto di Letta. Adesso invece sembra aver cambiato radicalmente parere. Non solo vuole prendere il posto di Letta, ma sembra avere anche una certa fretta. Incoerenza? Oppure situazione nuova che giustifica l’atteggiamento nuovo? Ancora una volta: difficile dire.

Ecco: difficile dire. Nella politica, e in questa politica soprattutto, si ha a che fare con una mezza ragione e con un mezzo torto che si rovesciano nel loro esatto contrario: basta avere un’altra idea di politica o anche solo appartenere a un altro partito. Insomma, anche in questo passaggio cruciale della politica italiana, tutto si riduce a un confronto di pareri. Il futuro dell’Italia dipende da un parere. Tutto appare futile, per le ragioni futili che militano nell’uno e nell’altro campo. Le grandi motivazioni politiche sfuggono alla massa dei cittadini. Vengono in primo piano le insofferenze personali, le ambizioni, gli scontri, le opportunità del momento. Alfano si è “convertito” alla bontà della staffetta perché questo dovrebbe prolungare la vita del governo e allontanare le elezioni: ne ha bisogno, altrimenti il suo neonato partito non avrebbe il tempo per consolidarsi.

GRILLO TRANQUILLO

Ha solo accettato di mangiare polenta in una cascina della Val di Susa. Ma la baita era sotto sequestro. Beppe Grillo rischia nove mesi. Ma rassicura i suoi: è tranquillo. Ancora nei giorni scorsi, la richiesta di impeachment per il Presidente Napolitano è stata respinta dal comitato parlamentare per la messa in stato d’accusa presentata dal Movimento 5 stelle. Ma Grillo, di fronte al no, ha detto: Ora Napolitano si dimetta. Insomma: non è Grillo che si adatta alla legge, ma è la legge che si deve adattare a Grillo. Sono certamente un ingenuo, ma questo atteggiamento, così tipico del Movimento e di altre frange del mondo politico italiano, è inquietante. Come è possibile “giocare” insieme se non esistono le regole del gioco? Come è possibile salire sul ring se i pugili possono prendersi a pedate o a testate in pancia?

Sentire, poi, l’urlatore nazionale che dice di essere tranquillo fa ridere. Grillo tranquillo? Forse lo ha detto per via della rima. Ma solo per quello. Non si capisce per che cosa d’altro e soprattutto non si capisce quando mai Grillo è stato davvero tranquillo.