La politica fa flop

Le ipotesi sono due: o gli studenti hanno già le idee chiarissime sul proprio eventuale voto alle primarie del Centrosinistra per il sindaco di Bergamo (le urne saranno aperte domenica 23 febbraio dalle 8 alle 20, dai 16 anni di età), oppure esiste, tra loro, un reale e forte disinteresse verso la politica. A giudicare dal dibattito che si è tenuto venerdì 14 nell’aula magna del Liceo “Secco Suardo”, purtroppo la seconda opzione sembra la più vicina alla realtà.
L’occasione era ghiotta: alla conferenza organizzata dalla Federazione degli Studenti, infatti, hanno partecipato tutti e tre i candidati (Nadia Ghisalberti, Giorgio Gori e Luciano Ongaro), ma a mancare sono stati i destinatari principali, proprio gli studenti. In sala c’erano poco più di 30 persone e gli stessi organizzatori hanno ammesso che i numeri sono rimasti molto sotto le aspettative.
Nonostante questa premessa, comunque, i candidati non si sono risparmiati e in quasi due ore di dibattito hanno detto la loro su molti temi. La prima parte, forse, è stata la più riuscita, grazie anche al ritmo serrato (30 secondi di tempo per rispondere alle domande) e ai pareri espressi su argomenti “sensibili”. Ius soli, Unioni civili, matrimonio e possibilità di adozione per coppie omosessuali, regolamentazione del gioco d’azzardo e dell’uso di droghe leggere: su questi punti i tre candidati si sono trovati d’accordo, esprimendo parere favorevole, pur con qualche distinguo (Gori, ad esempio, preferisce non parlare di “matrimonio” come concetto religioso e si mostra cauto sulle adozioni per coppie con persone dello stesso sesso).
Non è mancato un accenno all’attualità, nei giorni in cui si sta formando il nuovo governo Renzi: Giorgio Gori – il più vicino alle posizioni del sindaco di Firenze – ha detto di «apprezzare il coraggio della scelta» per fare le riforme. Ghisalberti e Ongaro, al contrario, erano ben più perplessi, temendo un’ulteriore disaffezione della gente nei confronti di una politica che sembra decidere per conto suo, nelle stanze di un partito, al di là delle necessità della gente.
La seconda metà dell’incontro è stata dedicata, invece, ai grandi temi della città, con domande – forse un po’ troppo lunghe – preparate dagli studenti a proposito di scuola, cultura, mobilità, giovani, sicurezza.
Anche qui le proposte non sono state molto diverse per ciascun candidato: tra le altre, la necessità di far “vivere” di più il centro di Bergamo e le istituzioni culturali cittadine anche puntando su trasporti pubblici migliori e la volontà di creare una rete tra giovani e adulti per fare incontrare le loro esigenze e magari creare opportunità lavorative.
Il confronto, insomma, si è dimostrato interessante, ma non particolarmente incisivo: i candidati si sono tenuti su una linea per lo più teorica, di principio e non sono state messe in risalto le proposte concrete o le (poche) differenze tra l’uno e l’altro. Peccato.