@Diaridilibri – La signora

Continua con una stravagante avventura questa settimana la nostra rubrica d’autore: «@Diaridilibri». Lo scrittore Claudio Calzana, autore di romanzi come «Il sorriso del conte» ed «Esperia», direttore dei Progetti Editoriali e Culturali di Sesaab e direttore della libreria Buonastampa (via Paleocapa 4/d) ci racconta in queste pagine di diario, scritte apposta per noi, come i libri entrano nella vita e la cambiano. Ci regala un po’ della polvere e dell’incanto che si respirano tra gli scaffali di una libreria.

In libreria talvolta succedono cose molto strane, anzi parecchio: oggi è il turno di una storia talmente inverosimile che esito persino a raccontarla. Ma ho fior di testimoni pronti a garantire, per cui chi non ci crede può fare un salto da noi a verificare la faccenda.

Allora, nel nostro salottino – due poltrone e un tavolino, le novità, qualche recensione, a un passo dal caffè per chi lo vuole – nel salottino, dicevo, un certo giorno scorgo un signora di mezz’età, ammodo e ben vestita, che sussurra al cellulare con un libro aperto davanti. Parla fitto, come se dall’altra parte ci fosse un orecchio paziente, uno che ascolta e basta, intendo. Chiedo lumi in negozio, mi dicono che la signora capita spesso: se ne sta lì per un’ora, anche di più, sempre con il cellulare aperto, e poi ripone il libro – perché ogni volta ne sceglie uno – e se ne va compita. E senza comprar nulla, sottolinea la collega più scossa.

La curiosità cresce, mi avvicino: sì, in effetti la tipa recita qualcosa, sta’ a vedere che legge il testo a qualcuno dall’altro capo della rete. Oddio, capisco il caro libri, ma la faccenda sembra strana persino a me che son scrittore, e delle volte mi tocca inventarne di peggiori. Mi faccio sotto.

«Scusi…» abbozzo.

A dire il vero non la scalfisco manco. Allora faccio leva sul fattore tempo:

«Scusi, signora, stiamo per chiudere».

Mi guarda storta, della serie cosa interrompi a fare?

«Ma lei sta leggendo il libro al cellulare?» aggiungo impassibile a rimorchio.

Fa un gesto di stizza: ma minimo, un abbozzo.

«No», risponde, «il libro mi dà ispirazione».

«Cioè, con il libro aperto…».

«La pagina davanti mi aiuta a scrivere il mio libro» concede. E calca decisa il possessivo.

«Ma proprio qui, in libreria?».

«Tutti questi libri mi ispirano».

«Cioè» riassumo: «lei prende un libro dallo scaffale, lo apre, si mette in poltrona e scrive il suo libro?».

A mia volta calco il possessivo.

«Esatto» fa lei, imperturbabile.

«Perché a casa sua non…» e inciampo nel mio stesso dire.

«A casa non trovo mai quello giusto. Qui ce ne sono tanti…».

«Cioè, le serve un libro particolare per…».

«Un libro e un posto, anche» fa lei, come se io fossi l’impedito.

Ora, entrate nei miei panni: ce n’è abbastanza per alzare bandiera bianca. Ma la curiosità non molla, anzi mi carica a dovere.

«Ma come fa a scrivere? Cioè lei stava parlando al cellulare…».

«Il libro lo detto, lo registro».

«E poi lo pubblica, magari».

«A volte».

Non riesco ad afferrare la potenza della cosa, il genere, la specie. Mi sorge il dubbio che magari ho interrotto un’invenzione; verrebbe voglia di riavvolgere il nastro, dare corpo a quella voce sulla carta. E invece no, di fronte all’inconcepibile ripiego:

«Comunque si chiude…».

Controlla l’ora, le tocca darmi ragione. Controvoglia chiude il libro, la sovracoperta infilata a mo’ di segno.

«Torno domani…».

 

© Claudio Calzana
www.claudiocalzana.it
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L’illustrazione è  un dipinto di Federico Faruffini, La lettrice, 1864

Hai anche tu una storia di libri da raccontare? Scrivici e Claudio Calzana la racconterà per te!