Social&Salotto

Dopo anni di volontaria diserzione, torno su RaiUno per assistere al Festival di Sanremo con una certa dose di curiosità. Per non farmi mancare nulla, mi ritrovo spettatrice di non uno, ma ben due Festival. Testimonial del primo è sicuramente mia mamma, seduta accanto a me, che canta emozionata tutto il medley di Baglioni, gli occhi luccicanti e i ricordi che viaggiano nel salotto di casa. L’altro Festival invece va in onda in rete, saltando tra Facebook e Twitter: e qui c’è ben poco spazio per le magliette fini, sepolte sotto i commenti al vetriolo che intasano le bacheche ogni secondo.

Due Festival su binari differenti insomma. Il primo ha come spettatore la tipica famiglia italiana: tutti seduti sul divano in salotto, con i genitori che cantano e i “perché voi giovani non le suonate più queste canzoni, non le conoscete nemmeno!”. L’altro invece è condotto da un mix d’improvvisati commentatori  per i quali Baglioni è il “Matusalemme con troppo lifting” non certo un mostro di cantautore. È il Festival che non perdona, questo.

Si percepisce una netta frattura generazionale, tra giovani e meno, padri e figli. Il Sanremo di salotto insiste nel ricordare come certe canzoni siano rimaste prime in classifica «per molto, molto tempo!», ed è tradizionalmente legato al passato, quando il Festival era atteso con trepidazione, capace forse di unire tutti gli italiani intorno al televisore con solo la voglia di ascoltare buona musica e la cerca, coraggioso, ancora oggi.  Il Festival dei social invece non ci sta più. Guarda lo show certo, ma con un sorriso obliquo; non ride e l’attenzione non va sicuramente alla musica, «rime banali come sole, cuore e amore», piuttosto ai capelli di Noemi che battono 1 a 0 le sue canzoni. Quando si può, poi, meglio cambiare canale e sbirciare i British Awards.

Viene spontaneo chiedersi se c’è un possibile punto in comune, un contatto tra queste due realtà parallele, una concreta e l’altra che non è sicuramente da meno. Forse sì, esiste, e sta nei giovani che si esibiscono al Festival: perché di loro si può certamente apprezzare la musica e la freschezza e sono gli stessi che probabilmente, poco prima di esibirsi, hanno scattato un selfie dietro le quinte dell’Ariston. Peccato, però, che a loro siano toccati gli ultimi venti minuti dello show. Quando i miei genitori dormivano da un pezzo e Twitter non aveva più nulla da cinguettare.