#Omelia 3

La chiesa è piena di persone e i fedeli ascoltano con attenzione l’omelia. Il sacerdote tiene come punto di riferimento la vita parrocchiale, cita esempi di vita quotidiana ed esempi evangelici, in questo modo coinvolge maggiormente l’assemblea. Si sofferma sulla rilevanza delle esperienze di vita e sulle scelte per ritagliarsi tempo a determinati servizi. L’omelia non è lunga e lo stile è narrativo, in tal modo le persone no si stancano, ma seguono con maggior concentrazione e interesse. La conclusione esprime una speranza verso la comunità.
L’inizio dell’omelia non prevede alcuna citazione brillante: “Il Signore con la sua parola ci illumina anche in questa sesta domenica di tempo ordinario”. Continua. “Il Signore ci offre il succo di questa legge. Perché non ci si ferma al cosa posso fare o dal cosa non posso fare, al come mi devo comportare o al come non mi devo comportare. Il Signore ci vuole trasmettere la salvezza che dà sapore, la luce dà spessore a quel che fai e come lo fai. Allora, questa sera, diventa l’occasione per dire un grazie sincero a coloro che si sono messi a disposizione alla vigilia di Natale, nel servizio reso alla comunità da parte dei babbi natale. Un’occasione per dire che, in queste esperienze, ci sta la salvezza del servizio. I babbi natale sono solo la punta dell’iceberg. Ci sono quelli che hanno lavorato, ma non hanno potuto esserci. Ringraziamo anche chi sostiene, aiuta e prepara. Di storie come queste, all’interno di un paese, ne potremmo raccontare tante, dove l’esperienza di dare sapore si coniuga con uno stile di amore fraterno.
Dove si percepisce lo sforzo di vivere bene e di appartenere al Signore, di vivere questi momenti in fondo al nostro cuore. Troppo facile criticare il male della società. Bisogna tener conto che il male viene dal cuore dell’uomo. Occorre, quindi,  iniziare a guardarsi dentro. Le nostre relazioni con noi stessi, con gli altri e con Dio devono essere vissute con fiducia e fedeltà. Siamo nel tempo del carnevale, i momenti di gioia si susseguono. Abbiamo appenda festeggiato don Bosco. Non ci manchi questa allegria e le motivazioni per portare sete di gioia e allegria all’interno delle nostre case. Se però la ragione si fa più profonda è ancora più bello. Se portiamo il Signore in ciascuno dei nostri giorni, la gioia sarò più profonda. Scaturirà da gusto del piacere al servizio dei più deboli. Con la protezione e l’intercessione della Vergine Maria e il sostegno ci aiuti a far scaturire esperienze di vita dai nostri cuori significative. Ella si adoperò durante le nozze di Cana. Maria seppe cogliere questa necessità e subito si mise a servizio. Cerchiamo di essere pronti, sereni nei vari frangenti della vita. L’esperienza dei babbi natale non si esaurisce con Natale, prosegue in altre forme. Speriamo che anche altre persone si lascino appassionare da questi stili di servizi, con momenti di preparazione personale».