Per Betlemme

Preghiere per la Palestina. Domani, alle 20,30, si terrà nella chiesa parrocchiale di Longuelo una veglia di preghiera in ricordo della prima lastra di cemento posta a Betlemme l’1 Marzo 2004. Una singola lastra di cemento alta otto metri che ben presto sarebbe diventata parte di ciò che Israele chiama «Barriera di Difesa» , mentre per i palestinesi che vivono a Betlemme e nei  Territori Occupati, invece, è più semplicemente il Muro di apartheid che impedisce loro di vivere.

Da dieci anni, ogni 1 Marzo, cade questo appuntamento che fa appello a tutti i cristiani del mondo, affinché le comunità di Beit Jala, Beit Shaour e Betlemme non siano lasciate sole. Le prime a pregare sono state le suore del Charitas Baby Hospital, quando, nel 2004, hanno visto quella lastra di cemento posarsi proprio davanti al loro istituto: da quel giorno la loro vita è cambiata. Chi ha avuto la possibilità di visitare Betlemme sa perfettamente cosa significa. Un alto muro di otto metri imprigiona Betlemme e altri villaggi al suo interno, impedendo ai palestinesi di condurre una normale vita e infrangendo, di fatto, i diritti umani. In dieci anni le famiglie palestinesi sono state vittime di numerose violenze, tra cui la distruzione degli ulivi secolari, loro vera forma di sostentamento, o la privazione di numerosi terreni agricoli, letteralmente mangiati dal Muro e la demolizione di case. La veglia di preghiera vuole invocare e cercare la speranza per quella terra devastata da sofferenze e ingiustizie, mettendo in luce una verità che troppo spesso passa in secondo piano-se non del tutto dimenticata.

Sul territorio italiano l’iniziativa prende il nome di “Un Ponte per Betlemme”, sostenuta da Pax Christi e da Bocche Scucite, mentre a Bergamo hanno organizzato il momento di preghiera i gruppi cristiani che ispirandosi al messaggio Kairos Palestina, un appello sottoscritto da tutte le autorità ecclesiali palestinesi nel 2009, vogliono denunciare le ingiustizie che avvengono in quella terra. In particolare sono i gruppi Terra Santa di Longuelo, Kairos della parrocchia di Cenate Sotto e, il gruppo di giovani Iabbok. Sostengono il progetto anche le associazioni Acli, il Patronato San Vincenzo, Aeper e Molte Fedi Sotto lo Stesso Cielo.

Oltre a ricordare il decimo anno dalla creazione del Muro, sabato 1 Marzo sarà anche l’occasione per celebrare il centesimo anno dalla nascita di Etty Hillesum, una giovane ebrea olandese, deportata e poi morta in un campo di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale. Etty ha dato grande prova di fede e di spiritualità, come si legge nel suo diario e nelle sue lettere, ed è dalla sua testimonianza che comincerà la preghiera . “L’anima mia non ha patria, o meglio non ha che una sola grande patria senza frontiere. E’ possibile comprendersi reciprocamente e avvicinarsi. Devo contribuirvi anch’io, perché nutro nella mia anima e nella mia mente un sentimento di solidarietà con tutte le epoche e tutti i paesi.”  Queste parole scritte da Etty ci pongono di fronte una sfida, accettare l’altro, il diverso, ed avvicinarsi a lui. Sono parole intense, che se lette attentamente invitano tutti, Israeliani e Palestinesi, Ebrei, Cristiani e Musulmani, ad abbattere i muri e a costruire, sopra quelle macerie, nuovi ponti. Partiamo da qui.