Piccole donne

Questa settimana la nostra rubrica d’autore: «@Diaridilibri» dà spazio alla storia intensissima di una lettrice, raccolta e commentata dallo scrittore Claudio Calzana, autore di romanzi come «Il sorriso del conte» ed «Esperia», direttore dei Progetti Editoriali e Culturali di Sesaab e direttore della libreria Buonastampa (via Paleocapa 4/d). Una storia perfetta per queste pagine, in cui si racconta come i libri entrano nella vita e la cambiano. Per riscoprire un po’ della polvere e dell’incanto che si respirano tra gli scaffali di una libreria.

 

Quando arrivano mail come quella che leggerete tra poco, lo scrittore deve opportunamente tacere e lasciare il passo a chi scrive.

Gent.mo  Claudio Calzana,
ho letto il simpaticissimo racconto della donna che legge in libreria, anch’io ho una storia di libri da raccontare. Uno dei regali di Santa Lucia fu il libro Piccole donne un romanzo di Louisa May Alcott. Ci piacque tantissimo perché anche noi eravamo quattro sorelle e ciascuna di noi si impersonificò nel personaggio raccontato nel romanzo. La sera dopo cena ci accucciavamo sul divano tutte e quattro e soprattutto mia sorella maggiore, Sevi ed io Francesca, leggevamo un capitolo alle sorelline più piccole Gemma e Luisa. Era una magia , la storia ci appassionava così tanto e le immagini erano così belle che passavamo felici la serata mentre la mamma trafficava per la cucina. Quel libro ci faceva sognare, appassionare e ogni volta ci immergevamo nel racconto quasi fosse vero. Accadde che l’ultimo capitolo la terza sorella muore di malattia e il racconto prende il tono del dramma. La mia sorellina Gemma si preoccupa, non ha capito bene e mi chiede :”Ma sono io che muoio?”. Per non intristirla le rispondo di no, che non ha capito bene, e le dico una bugia: sono io che muoio. Gemma si rasserena, ma quel libro comincia a farci paura e lo riponiamo, non finiamo neppure di leggerlo, resta lì sul ripiano. All’età di 11 anni mia sorella Gemma muore per un incidente stradale. Il libro raccontava proprio di noi. Ora quando mi capita di prenderlo in mano, lo sfoglio, non riesco a trattenere le lacrime, ma non sono tutte di dolore, sono anche di nostalgia di quelle sere d’inverno sedute sul divano, con noi due grandi che sapevamo già leggere che leggiamo alle sorelline più piccole, beate e incantate. Il mio cuore però era stato preparato, una persona che ami ti può lasciare.
Francesca

Cara Francesca,
la sua è una storia davvero struggente: per una volta sembrerebbe che un libro abbia sbattuto la porta in faccia a una fanciulla in fiore. Certo non è così. Come lei dice così bene: “Il mio cuore però era stato preparato, una persona che ami ti può lasciare”. Grazie a questa sua lettera, possiamo dire che sua sorella Gemma non è viva solo nel ricordo della sua famiglia, ma ora è anche tra noi. Grazie a lei, Francesca, e grazie a “Piccole donne”. Ecco perché i libri sono così preziosi: ci appartengono al punto di diventare parte della nostra vita. Sono schegge di possibili vite. Ricordi di un tempo migliore. Speranza, o forse meglio luce.

 

© Claudio Calzana
www.claudiocalzana.it
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Nella foto un’installazione dell’artista spagnola Alicia Martin

Hai anche tu una storia di libri da raccontare? Scrivici e Claudio Calzana la racconterà per te!