Papà custode

Una catechesi interamente dedicata alla figura di san Giuseppe, “modello dell’educatore”, per fare gli auguri a “tutti i papà del mondo”, quelli “vivi” e quelli “morti”, e ringraziarli per tutto quello che fanno ogni giorno per i propri figli. È lo speciale 19 marzo del Papa, che ha concluso la catechesi dell’udienza generale parlando a braccio dei “festeggiati” di oggi, giorno in cui celebriamo la festa solenne di san Giuseppe, “sposo di Maria e patrono della Chiesa universale”. Alla fine, il Papa ha recitato un Padre Nostro dedicato a tutti i papà, insieme con le 80mila persone presenti in piazza. “Dedichiamo questa catechesi a lui, che merita tutta la nostra riconoscenza e la nostra devozione per come ha saputo custodire la Vergine Santa e il Figlio Gesù”, ha esordito il Papa, secondo il quale “l’essere custode è la caratteristica di san Giuseppe, la sua grande missione, come ricordavo proprio un anno fa”, nell’omelia della Messa d’inizio pontificato.

ll Papa ha ripreso il tema della “custodia” secondo una “prospettiva educativa”: “Guardiamo a Giuseppe come il modello dell’educatore, che custodisce e accompagna Gesù nel suo cammino di crescita in sapienza, età e grazia”, il suo invito, sulla scorta del Vangelo di Luca. L’età, ha spiegato il Santo Padre, “è la dimensione più naturale, la crescita fisica e psicologica”. Giuseppe, insieme con Maria, “si è preso cura di Gesù anzitutto da questo punto di vista, cioè lo ha allevato, preoccupandosi che non gli mancasse il necessario per un sano sviluppo”. La seconda dimensione dell’educazione di Gesù, è quella della sapienza: Giuseppe è stato per Gesù “esempio e maestro di questa sapienza, che si nutre della Parola di Dio, ha educato il piccolo Gesù ad ascoltare le Sacre Scritture, soprattutto accompagnandolo di sabato nella sinagoga di Nazareth”. “E Giuseppe lo accompagnava, perché Gesù ascoltasse la Parola di Dio nella sinagoga”, ha aggiunto il Papa a braccio. Infine, la dimensione della grazia: “Sarebbe un grave errore pensare che un padre e una madre non possono fare nulla per educare i figli a crescere nella grazia di Dio”, ha ammonito il Papa. “Crescere in età, crescere in sapienza, crescere in grazia”: questo, ha sintetizzato, “è il lavoro che ha fatto Giuseppe con Gesù: farlo crescere in queste tre dimensioni, aiutarlo a crescere”.

“La missione di san Giuseppe è certamente unica e irripetibile, perché assolutamente unico è Gesù”. E tuttavia, ha affermato il Papa, “nel suo custodire Gesù, educandolo a crescere in età, sapienza e grazia, egli è modello per ogni educatore, modello dell’educatore e del papà, del padre”, ha affermato il Papa, affidando “alla sua protezione tutti i genitori, i sacerdoti – che sono padri – e coloro che hanno un compito educativo nella Chiesa e nella società”. Poi il Santo Padre ha concluso la catechesi parlando ancora fuori testo: “In modo speciale vorrei salutare oggi, giorno del papà, tutti i genitori, tutti i papà”, il riferimento del Papa alla festività liturgica di oggi: “Li saluto di cuore!”. Poi, rivolto alla folla: “Ci sono alcuni papà in piazza? Alzate la mano. Ma quanti papà! Auguri, auguri nel vostro giorno! Chiedo per voi la grazia di essere sempre molto vicini ai vostri figli, lasciandoli crescere, ma vicini. Loro hanno bisogno di voi, della vostra presenza, della vostra vicinanza”.

“Siate per loro come san Giuseppe, custodi della loro crescita in età, sapienza e grazia”, l’invito del Papa ai papà: “Custodi del suo cammino, educatori, camminate con loro, e da questa vicinanza siate veri educatori”. “Grazie per tutto quello che fate con i vostri figli, grazie!”, ha esclamato il Santo Padre: “A voi tanti auguri e buona festa del papà a tutti i papà che sono qui. Che san Giuseppe vi benedica e vi accompagni”. “Alcuni di noi hanno perso il papà”, ha detto il Papa con accenti intimi, nel suo ormai abituale dialogo del mercoledì con i fedeli: “Qualcuno se ne è andato, tanti non hanno il papà adesso”. “Possiamo pregare per tutti i papà del mondo, per quelli vivi e per quelli che sono morti”, l’invito del Papa: “Possiamo farlo insieme, ognuno ricordando il suo papà, se è vivo, se è morto”. Poi la conclusione della catechesi con il Padre nostro recitato dal Pontefice insieme con i fedeli.