Sentinelle in piedi

«Vegliamo in silenzio oggi per essere liberi di esprimerci domani»: potrebbe essere questa frase, stampata sui segnalibri distribuiti durante la veglia, il motto delle «Sentinelle in piedi». Rete apartitica e aconfessionale, nata sul modello dei «Veilleurs debout» francesi, che si sono opposti alla legge Taubira sul matrimonio tra persone dello stesso sesso, le Sentinelle italiane manifestano invece contro il ddl Scalfarotto, da loro definito «liberticida e incostituzionale».
In Italia sono presenti in circa 40 città italiane, tra cui Bergamo: le abbiamo raggiunte durante una veglia, svoltasi di sabato pomeriggio sul Sentierone in centro città. Prima di posizionarsi per la veglia, il portavoce spiega pubblicamente le posizioni della rete, mentre altri distribuiscono diversi segnalibri che riassumono queste posizioni.

«Manifestiamo in maniera silenziosa contro la dittatura di stato – dice il portavoce al microfono -, che contrasta contro la libertà di poter esprimere liberamente le proprie opinioni. Non seguiamo nessuna ideologia, il nostro è il valore della famiglia: difendiamo la centralità della famiglia nata dall’unione di un uomo e una donna». Finita la breve spiegazione, le Sentinelle si sistemano in file da cinque persone per cominciare la veglia silenziosa. Dall’altra parte della strada giungono i suoni della contromanifestazione, organizzata per contrastare le Sentinelle. Contiamo circa 150 persone: qualcuno, come proposto dal volantino, legge un libro, «in segno della formazione costante di cui tutti abbiamo bisogno», altri, più moderni, si danno all’e-book, altri ancora, rosario alla mano, pregano; alcuni tengono il libro al petto e guardano dritti davanti a sé.

In mezzo a tutti, una famiglia si è posizionata con una coperta insieme ai figli, che disegnano allegramente. La folla che compone le Sentinelle è eterogenea: uomini e donne, giovani e non, cristiani, musulmani, mormoni. «Siamo contro ogni forma di aggressione – spiega Carlo, il portavoce -: non siamo omofobi, come ci hanno spesso etichettato. Rispettiamo l’essere umano in quanto tale, ma deve esserci la libertà di esprimere la propria opinione. Il disegno di legge Scalfarotto non specifica che cosa si intende per reato di omofobia e dunque potrebbe essere denunciato e rischiare fino a un anno e sei mesi di carcere chiunque affermi pubblicamente che la famiglia naturale è composta da un uomo e una donna, chiunque si dica contrario al matrimonio tra persone dello stesso sesso e chiunque sia contrario alle adozioni da parte di coppie omosessuali, come già successo in Francia». Non è la prima veglia nella nostra città, ma è impossibile conteggiare numericamente la rete, se non proprio in queste occasioni di manifestazioni silenziose e pacifiche, finora l’unico modus operandi utilizzato. Ci si coordina distribuendo volantini e attraverso la pagina di facebook (Sentinelle in piedi – Bergamo).

«Non diamo giudizi di moralità sulla scelta delle persone – prosegue il portavoce -, non spetta a noi. L’importante è che le leggi di stato non scardinino la famiglia. Siamo a difesa della cosiddetta famiglia naturale, l’unica famiglia che a nostro avviso può esserci. Vegliamo per tutelare i nostri figli anche dall’introduzione di programmi di educazione sessuale infantile promossi dalla Comunità Internazionale e dalla distribuzione nelle scuole degli opuscoli Unar sull’omofobia». Il sito internet nazionale della rete è: www.sentinelleinpiedi.it.

 

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