Il sangue dei martiri

Ammazzati a raffiche di mitra, uccisi da pallottole sparate in testa, rapiti nel cuore della notte e mai più tornati a casa, dimenticati sul ciglio di una strada. Tutto si gioca nel giro di pochi ma interminabili minuti. Sono forti le storie raccolte in un libro di Gerolamo Fazzini come forte è il titolo che le accompagna: “Scritte con il sangue. Vita e parole di testimoni della fede del XX e del XXI secolo”. Sono oltre 100 le storie di vita raccontate. L’autore non le divide né per ordine alfabetico, né per aree geografiche. La “classificazione” è presentata secondo le beatitudini evangeliche: “beati” i poveri in spirito, i miti, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati per la giustizia. Più forte del racconto della loro morte, più forte del sangue versato, ciò che colpisce in queste storie è la figura di uomini e donne, laici e missionari, professionisti e sacerdoti. Hanno tutti un comune denominatore che li accompagna lungo le pagine di questo libro: sono tutti guidati da un sogno che si è trasformato in impegno, servizio all’altro, coerenza nelle scelte. Certo, sono storie di vite spesso stroncate nel pieno di una maturità o di un progetto. Molti di loro sono giovani. Ma la lettura di questo libro non lascia rimpianti. Forse si presume il dolore dei familiari o degli amici che li hanno conosciuti. Ma rimpianto no. Perché sono tutte, una dopo l’altra, storie di vite vissute pienamente e spese per grandi passioni.

Oltre 100 martiri. Sono tanti. Quasi un’enciclopedia dell’amore più grande alla vita. Sono ripercorse le figure note di Vittorio Bachelet, Andrea Santoro, Aldo Moro, Martin Luther King, Edith Stein, Massimiliano Kolbe. Ma a fianco di questi “santi” che hanno scritto in qualche modo pagine di storia, ci sono uomini e donne poco conosciuti, alcuni finiti sulle pagine di cronaca locale, altri addirittura ignorati. Un vero e proprio popolo al quale Gerolamo Fazzini ha avuto l’intuizione di rendere onore, portandoli alla conoscenza di un pubblico più vasto. Aveva solo 30 anni, per esempio, Giulio Rocca, quando è stato assassinato da uomini di Sendero Luminoso, il gruppo terrorista che ha insanguinato il Perù a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Aveva preso la via della missione solo tre anni prima, affascinato dalla possibilità di servire i ragazzi figli dei campesinos sulle Ande. Tra i “beati i miti” spicca la storia di un’altra italiana, suor Teresa Dalle Pezze, missionaria comboniana, uccisa in Mozambico all’età di 46 anni. Colpisce nella sua storia, la drammatica casualità che l’ha portata alla morte: presa in ostaggio da un gruppo di guerriglieri, mentre sono nascosti nell’erba, un militare le chiede in prestito la maglia di lana per darla alla moglie incinta che patisce il freddo, suor Teresa si mette in ginocchio per sfilarsela e viene immediatamente colpita da una pallottola alla testa.

Nel libro di Fazzini, non ci sono solo preti e suore.
 Il cuore dell’uomo è abitato da un coraggio che emerge inaspettato in momenti cruciali della vita, sempre sollecitato da qualcuno che chiede aiuto. Così è stato per Eleonora Cantamessa, la ginecologa quarantaquattrenne descritta come “gentile, altruista e sempre disponibile. Fu uccisa una notte sul ciglio della strada da un’auto perché si era fermata a soccorrere un indiano coinvolto in una rissa”. Moltissime le mamme presenti al suo funerale, durante il quale il parroco ha avuto parole di grande tenerezza in ricordo di Eleonora: “Se ti innamori della vita, allora fai nascere la vita. Non solo quella del bambino, ma anche quella della madre, accolta con un sorriso”.