Il Papa e il peccato

Ricordate? Scalfari, dopo i suoi colloqui privati con Papa Francesco, aveva annunciato urbi et orbi che il Pontefice venuto dall’altra parte del mondo aveva abolito il peccato. Non più discriminazioni ed emarginazioni per ragioni morali; soprattutto non più scomuniche, né anatemi.

IL PECCATO ESISTE ANCORA

Invece no. Pare che per il Papa il peccato esista ancora e che continui a guastare l’umanità. Lo stesso Pontefice, pur senza dichiararlo ex cathedra, l’ha lasciato chiaramente intendere. La dimostrazione più evidente è la foto pubblicata alcuni giorni fa su tutti i giornali (compreso quello fondato da Scalfari) che mostra il Vicario di Cristo inginocchiato davanti ad un prete qualsiasi nell’atto inequivocabile di chi si sta confessando.

Quella foto deve avere sconcertato non poco il guru del laicismo nostrano, pur se non pare probabile che gli abbia provocato delle crisi di identità. Quella foto lo smentiva clamorosamente, ma, assolutamente escluso che egli avesse capito male quando si sono parlati in Santa Marta, per lui non resta altro che pensare ad un’amnesia del Papa. Data l’età, evidentemente non si ricorda più quello che gli ha detto là, all’ombra di S. Pietro. È sicuramente così. Perciò l’illuminista mantiene la convinzione che Papa Francesco in quell’occasione aveva finalmente riconosciuto quello di cui gli illuminati come lui sono e rimangono convinti da sempre e per sempre. Pace all’anima loro. In dubbio su tutto, meno che sulla propria lucidità.

I CRISTIANI DOC

Un sospiro di sollievo devono aver tirato invece – almeno spero – anche molti cattolici doc che fin dall’inizio erano fortemente preoccupati per la martellante insistenza del Papa sulla misericordia e per il contemporaneo silenzio di denuncia a riguardo di tutte le diavolerie sulla famiglia, sul gender, sui gay, propalate dai media come prodotti naturali garantiti. Alcuni di questi cattolici integrali avevan0 cominciato a pensare e anche a scrivere che questo Papa non è dottrinalmente a posto, ma forse anche quasi sicuramente illegittimo, perché eletto dopo la rinuncia di Benedetto XVI, che, secondo loro, sarebbe invalida.

Certo, ci sono novità non da poco nel parlare e nell’atteggiarsi di Papa Francesco in relazione ai mali di oggi. Innanzi tutto egli continua a situarsi di fronte al mondo nello spirito del Concilio Vaticano II, con l’atteggiamento di Papa Giovanni. Si ricorderà che, nel discorso inaugurale del Concilio, più di cinquant’anni fa, Papa Roncalli aveva sostenuto che, a differenza del passato, «al tempo presente, la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore; pensa che si debba andare incontro alle necessità odierne, esponendo più chiaramente il valore del suo insegnamento piuttosto che condannando». E aveva motivato questa scelta col fatto che le dottrine false, le opinioni e i pericoli da cui premunirsi e da avversare, «contrastano così apertamente con i retti principi dell’onestà, ed hanno prodotto frutti così letali che oggi gli uomini sembrano cominciare spontaneamente a riprovarle, soprattutto quelle forme di esistenza che ignorano Dio e le sue leggi,… fondando il benessere unicamente sulle comodità della vita».

PAPA BERGOGLIO E LA MISERICORDIA

Perciò, a riguardo della famiglia, per esempio, Papa Bergoglio invece di scagliarsi contro le parodie di famiglia lanciate sul mercato mediatico da lobby interessate come prodotti naturali assolutamente garantiti, parla con naturalezza, come ha fatto recentemente, della bellezza del rapporto uomo-donna nel matrimonio, indicandolo addirittura come immagine e somiglianza del rapporto fra Dio e l’umanità. E quando insiste con tutti sulla misericordia con una frequenza davvero inconsueta non è per dire ai confessori e ai penitenti che il peccato è un concetto superato, ma per spingere ad entrare in questa triste e delicata materia con sempre maggiore sensibilità e comprensione da parte dei confessori e con sempre maggiore fiducia e buona volontà da parte dei penitenti, perché il male sia riconosciuto, curato nel modo giusto e quindi vinto davvero. E quando dice: «Chi sono io per condannare i gay?» , non dà un’approvazione, come qualcuno ha voluto far pensare; e nemmeno nega il problema. Ma, se ci si ricorda bene di quell’intervista, fa appello alla buona volontà di tutti, aprendo così strade a cammini pieni di speranza vera.

È, inoltre, il modo di affrontare la triste realtà del peccato che Papa Francesco sta proponendo di cambiare. Lo fa insistendo perché si tenga conto della complessità dei problemi e della fragilità umana. E quando parla di fragilità umana, il Papa non si autoesclude, ma afferma senza mezzi termini di essere anche lui peccatore e, per togliere ogni equivoco, va pure a confessarsi davanti a tutti.

Quello che Francesco ci sta dicendo e quello che ci sta facendo vedere, sono una grazia del Signore per tutti. E per tutti si apriranno inattese prospettive di vera novità cristiana se accoglieremo questa grazia con fiducia, con buona volontà e con gioiosa riconoscenza.