Banane in campo

Anche nello stadio di Bergamo sono volate le banane. Ci mancava, questo geniale contributo alla civiltà. A freddo, a qualche ora di distanza dal fatto, proviamo a mettere a fuoco qualche sensazione.
Primo. Una città per far parlare di sé non ha bisogno di grandi iniziative culturali, di concerti, di conferenze. Basta il gesto di un cretino. Di Bauman, che ha tenuto una conferenza l’altra sera al Centro Congressi, hanno parlato un migliaio di persone e qualche organo di informazione ne ha dato notizia. Della banana in campo ha parlato mezzo mondo. Che fossimo in buona parte in mano ai cretini, lo sapevamo. Questa è una conferma.
Secondo. I cretini hanno alcuni tratti che li distinguono. Uno soprattutto: imitano. Fanno come gli altri. Sono fatti per fare gregge. Se si distinguono è per fare più gregge degli altri. In altre parole: sono per vocazione, per dna dell’anima, delle pecore, non hanno fantasia. Se Dani Alves non avesse mangiato la banana nessuno ne avrebbe parlato. Invece l’ha mangiata, la banana è diventa oggetto di eccezionale attenzione e ne hanno parlato tutti. E soprattutto il cretino di turno, marcato Bergamo, ha dovuto fare anche lui quello che hanno fatto tutti. E ha buttato la banana. Nella “Fattoria degli animali” di Orwell, c’è, tutti lo sanno (ma temo che non lo sappia il cretino che ha gettato la banana) una frase celebre. I maiali che hanno preso il potere devono giustificarsi, loro che hanno sempre predicato l’uguaglianza, del fatto che comandano loro e proclamano: “Tutti sono uguali, ma i maiali sono più uguali degli altri”. I cretini sono tutti uguali, ma il cretino dello stadio di Atalanta-Milan è più cretino degli altri.
Terzo. Ci si consola pensando che il cretino di domenica è uno. Ma allo stadio non c’era solo lui, ma diverse altre migliaia di persone che non hanno buttato banane. E soprattutto non hanno buttato banane le molte centinaia di migliaia di bergamaschi che non erano allo stadio. Ci si consola. Ma ci fa rabbia che il cretino fa notizia e gli altri no. Tema: proviamo a pensare qualcosa sull’informazione e sui suoi meccanismi. Ne avremo per un bel po’ di tempo.