La confessione di una volta e le sue durezze

Cara suor Chiara,
sono una nonna quasi novantenne. Sono, per dirla un po’ netta, un po’ arrabbiata. Quando penso alla mia vita da giovane sposa, mi vengono i brividi, a pensare come i confessori, allora, ci trattavano. Io stessa e diverse mie amiche, con le quali scambiavo le mie angosce, abbiamo avuto assoluzioni negate perché non ce la sentivamo di mettere al mondo un figlio dopo l’altro. Oltretutto eravamo proprio noi
donne a pagare, molto più dei nostri mariti. Sono felice che la Chiesa abbia cambiato e mi auguro che si arrivi ad ammettere ai sacramenti anche divorziati e risposati. Ma non le sembra che la Chiesa sia stata un po’ troppo severa allora e che ci abbia messo un po’ troppo tempo per capire anche le nostre ragioni? Grazie.  Angela.

Cara nonna Angela, mi compiaccio per la “grinta” giovanile che emana dal suo scritto e che fa di lei una “donna agguerrita”. Non è proprio stata facile la sua giovinezza, in un tempo in cui la donna, relegata tra le mura domestiche, era considerata solo in funzione della procreazione e della famiglia. Eppure è grazie a donne come lei che sono stati trasmessi alle generazioni i valori fondanti l’esistenza e una cultura cristiana. Lei, come tante altre donne, ha dovuto lottare non poco per il rispetto della sua persona e il riconoscimento della sua dignità.

LE LENTEZZE DELLA CHIESA

Anche la Chiesa non vi ha agevolate. Del resto la Chiesa è inserita in una storia e una cultura e risente degli influssi del tempo in cui vive. Essa deve incarnare il messaggio evangelico nell’oggi della storia e mantenere saldo il deposito della fede ricevuto in dono; per questo i processi di cambiamento esigono pazienza, si attuano dopo una seria e approfondita riflessione, in ascolto dei segni dei tempi, perché il discernimento porti scelte autenticamente evangeliche. Occorre vigilare per non adattarsi alla cultura dominante e alla mentalità mondana sempre in agguato! Papa Francesco continua a chiedere una seria e approfondita riflessione sulle tematiche che lei enuncia, attraverso il contributo di più voci che possano dare una lettura seria e approfondita della realtà, categorie interpretative illuminate per il cammino dei credenti di oggi.

ORIZZONTI NUOVI

Non sappiano cosa questo processo sortirà e se risponderà alle sue attese. La Chiesa è attenta alle problematiche della famiglia, dei separati e divorziati, dell’emarginazione … ; mai come nel nostro tempo, pone al centro l’uomo e la donna, esaltandone la dignità e la missione. Invita a guardare a Cristo come modello di umanità pienamente compiuta per attingere da Lui e dal suo vangelo pienezza di vita. Questo impegno per l’uomo diviene spazio di una nuova umanizzazione che apre orizzonti di speranza; si fa annuncio di misericordia e di vicinanza di quel volto del Padre che attende sempre i suoi figli più provati e sofferenti, della verità che denuncia ingiustizie e nomina il peccato dell’uomo moderno perché le coscienze non si ottenebrino e ciascuno sia richiamato alle proprie responsabilità; si china su ogni povertà materiale e spirituale quale luogo di promozione e di servizio alla vita. In questo tempo di riflessione e ricerca, di risposte a domande importanti, sono necessari anche i contributi e la testimonianza di donne come lei, di un pensiero illuminato dal Vangelo, che promuova il dialogo e il confronto e faccia già pregustare la bellezza del Regno. Per questo non c’è alcun limite di età o di condizione di vita: occorre “un amore grande“che attragga e trascini. Auguri!