“Io sono la via, la verità, la vita”

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via» (Vedi Vangelo di Giovanni 14, 1-12. Per leggere i testi liturgici della quinta domenica di Pasqua, clicca qui)

Tema centrale di tutto il Vangelo di Giovanni è la fede in Gesù. Solo con la fede in Gesù si può arrivare a Dio. Per il buon ebreo la via attraverso la quale arrivare a Dio era la Legge. Per il discepolo del Signore, invece, la via è Gesù stesso. Quando il discepolo percorre quella via, allora arriva al Padre e abita nella sua casa: cioè vive la vita stessa di Dio. Gesù dice che in questa “casa del Padre”, nella quale si condivide la vita di Dio, c’è posto per tutti: è il posto che Gesù prepara con la sua morte e resurrezione. Dio, dunque, non è più tremendo e pauroso. E’ il Dio-Padre con il quale si vive e si sta.

LA FATICOSA RICERCA DEI DISCEPOLI

Ma la promessa di Gesù non è facile da comprendere. Che cosa significa vivere nella casa del Padre? Come si fa ad arrivarci? Che senso ha questa “via” per arrivare a Dio? È Tommaso che pone la questione: «Non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». Situazione tipica del vangelo di Giovanni: Gesù enuncia una parola che è densa di significato, misteriosa e i suoi interlocutori non capiscono. Come con la Samaritana e come Nicodemo.

Gesù risponde all’obiezione di Tommaso dicendo, appunto: «Io sono la via, la verità e la vita». La risposta è impegnativa. Gesù usa l’espressione «Io sono» che, spesso, in Giovanni, ricorda il passaggio cruciale di Esodo 3: «Io sono mi manda a voi»: è, in altre parole, l’allusione al nome stesso di Dio. Nella risposta di Gesù l’immagine fondamentale è la “via”. Gesù è la via perché rivela agli uomini come arrivare al Padre ed è la verità perché egli non è un maestro dal quale ci si limita a imparare qualche cosa. Egli è la verità stessa: bisogna, quindi, avere un rapporto personale con lui. Percorrendo quella via e costruendo un rapporto con quella verità si arriverà alla vita, grazie alla quale si sta con il Padre, nella sua casa.

Dopo Tommaso anche Filippo ha la sua domanda: come tutti gli ebrei, anche lui aspetta una rivelazione straordinaria di Dio e quindi chiede : «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Ma anche lui, come Tommaso, come Nicodemo e la Samaritana, non ha compreso le parole di Gesù. Gesù ribadisce allora che ogni rivelazione passa da lui: lui è il segno, il rivelatore, l’”icona” del Padre. La gloria di Dio “risiede” in Lui. Vedere lui è vedere il Padre, lui è il Padre sono una cosa sola.

SOGNATORI FELICI

Alla fine, come sempre in Giovanni, le caratteristiche di Gesù vengono estese anche ai discepoli: anche loro potranno “compiere le opere” che lui stesso compie. Potranno perdonare i peccati nel suo nome, potranno annunciare la bella notizia del vangelo, potranno fare miracoli…

Noi siamo come Filippo. Anche noi sentiamo il desiderio intenso di vedere il Padre e sentiamo invece la fatica di scoprirlo nell’opacità della storia e in particolare in questo frammento particolare della storia che è la vita di Gesù, la sua storia con noi. Come è vivo dunque il nostro desiderio di “vederlo” e come è difficile vederlo! Dove posso vederlo io il Signore? Una gioia strepitosa invade la vita di una coppia: è nato il loro bambino. Oppure: quel dolore così miracolosamente sopportato come si spiega? Intuisco che qualcosa di speciale c’è dietro quegli eventi. Ma la luce arriva solo quando ascolto la Parola. Allora il Signore diventa davvero la via: lui mi indica la direzione, lui è la verità che porta alla vita. Vuoi arrivare alla vita? Eccoti questo bambino appena nato: da dove viene il mistero della vita? Ecco questa inattesa capacità di soffrire: da dove viene il misero del dolore redento?

Noi credenti siamo i sognatori che non si ingannano, siamo sicuri che i nostri sogni sono veri. Si potrebbe dire che noi cristiani siamo i sognatori felici.