Spillover, uno spygame per innamorarsi della scienza

«Usiamo le tecnologie per un mondo migliore», questo il titolo dell’incontro con Selene Biffi, imprenditrice sociale e consulente per l’Onu, al Festival della cultura di Bergamo, ieri sera al Temporary Lab. David Moretti, direttore creativo della rivista Wired e sempre in prima linea nel mettere sotto la lente di ingrandimento l’eccellenza italiana, ci guida fra i suoi ultimi lavori. A 22 anni Selene lancia la sua prima start-up, «termine inflazionato» dice, ma che «nasce da un’idea che ha la tenacia di sfidare la realtà presente e vincere tutti gli ostacoli per essere realizzata».

TECNOLOGIE A SERVIZIO DEL CAMBIAMENTO

Si chiama «Youth Action for Change (YAC)» ed è un’organizzazione globale gestita da giovani volontari con lo scopo di utilizzare le tecnologie per un cambiamento sociale e culturale. Italiana, lanciata con soli 150 euro nel 2005, è diventata un modello innovativo, ripreso da altre organizzazioni e dall’Onu. Offre corsi online di formazione gratuiti, col metodo peer-to-peer, che permettono a ragazzi di tutto il mondo (130 paesi) di diventare protagonisti attivi del cambiamento nelle proprie comunità. Il concetto di fondo è che chiunque può cambiare le cose, se connesso a una rete. I due terzi della popolazione globale ha meno di 25 anni e i problemi da affrontare sono molti. I corsi trattano di ambiente, diritti umani e salute, ma anche di fundraising e project management. Molti danno poi vita a progetti sul campo.

PICCOLI CANTASTORIE A KABUL

Nel 2009 invece, Selene viene inviata come consulente per l’Onu a Kabul per tenere un sussidiario di alfabetizzazione con i giovani disoccupati dai 18 anni in su e più tardi fonda «The Qessa Academy», una scuola di «storytelling», cantastorie, recuperando un’arte afgana antica e dominio degli anziani, che in 35 anni di guerra stava scomparendo. La cultura afgana è principalmente orale e le storie sono un mezzo per trasmettere informazioni e conoscenza. I ragazzi raccontavano storie in radio (in tutte le abitazioni ce n’è una) e alla fine del corso hanno partecipato al talent show «Dream and achieve», che permette di mettersi in proprio e crearsi il lavoro ideale. Dopo soli sei mesi di scuola, in un contesto pericoloso e precario come quello di una città assediata dalla guerra, sono riusciti ad aumentare le loro possibilità di inserimento lavorativo in ONG ed enti locali, con un 40% di disoccupazione nazionale. Hanno recuperato un pezzo importante della loro tradizione imparando attraverso le storie anche come partecipare in prima persona per difendersi dai disastri naturali, migliorare l’igiene e la salute pubblica, insomma: per cambiare le cose nel loro paese. Dopo questa esperienza Selene fonda Plain Ink, una onlus che dà avvio alla realizzazione di un progetto in India su dei fumetti educativi, realizzati con la partecipazione attiva dei bambini sia nell’invenzione che nell’illustrazione. Plain Ink si aggiudica nel 2012 il premio Rolex Awards, che l’Italia non vedeva da vent’anni e che premia i progetti a carattere scientifico, tecnologico ma non solo che affrontano grandi sfide per migliorare la qualità della vita o tutelare il pianeta.

SPILLOVER, IL GIOCO E LA SCIENZA

Ultimo progetto? Spillover, uno spygame per ragazzini dagli 11 anni in su con missioni basate su invenzioni e scoperte scientifiche attuali, fornite direttamente da ricercatori e laboratori reali e poi rielaborate sotto forma di app in un contesto altamente interattivo tra agenti segreti, prove ad alto rischio, enigmi, laboratori virtuali e esperimenti reali. Perché non solo la cultura è sotto tiro in questi anni, ma si riscontra scarso interesse per la scienza nelle nuove generazioni: la metà dei ragazzi tra i 15 e i 25 anni la trova noiosa e ci sono molti posti lavorativi vacanti in ambito scientifico. In Italia, per Selene, la sfida sta nel riavvicinare i giovani alla propria creatività, troppo spesso disincentivata in un clima di scarsa fiducia e speranza dilaganti, e nell’utilizzare la tecnologia per restituire alla cultura e alla scienza dei ruoli decisivi per creare sviluppo, nuovi posti di lavoro e competitività, rendendole sfere del sapere appetibili anche per i più scettici o i più pigri.