«La preghiera ha una grande forza politica»

La dimensione spirituale ed ecumenica dell’incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Bartolomeo. La preoccupazione della Santa Sede per la condizione dei cristiani in terra Santa. E l’invito ai presidenti Abu Mazen e Peres a un incontro di preghiera per la pace tra israeliani e palestinesi. Si conclude oggi il viaggio di Papa Francesco in Terra Santa. Un viaggio breve di soli tre giorni ma estremamente ricco di prospettive, di vita e di speranza. Nella delegazione vaticana che lo accompagna, c’è anche il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin.

L’abbraccio di Papa Francesco e il Patriarca Bartolomeo qui a Gerusalemme, 50 anni dopo lo storico abbraccio di Paolo VI e Athenagoras. Che cosa ha provato?
«Una grande emozione. Ma in tutto il viaggio nei suoi vari aspetti abbiamo vissuto momenti emozionanti. Naturalmente qui nella Basilica del Santo Sepolcro abbiamo vissuto una dimensione spirituale con un clima di preghiera, che si è creato, e una dimensione ecumenica. Che il Signore Risorto ci aiuti ad unirci sempre di più e a testimoniarlo nel mondo».

Il pensiero del Papa è andato all’ecumenismo della sofferenza. Ha detto: “Quelli che per odio della fede uccidono i cristiani non domandano se sono ortodossi o cattolici. Sono cristiani e il sangue cristiano è lo stesso”. Qual è la risposta del Vaticano per i cristiani perseguitati in Medio Oriente?
«È condizione dei cristiani quella di trovarsi in contraddizione con il mondo. Gesù ce lo aveva già anticipato: troverete difficoltà e persecuzione. Ma nella resurrezione di Gesù che ha vinto tutte le difficoltà, rinasce la speranza. Ciò vale anche per i cristiani che soffrono e per i quali dobbiamo fare tutto il possibile anche da un punto di vista politico e diplomatico perché sia rispettata la loro libertà di coscienza».

Il Papa ha invitato, senza entrare in questioni politiche, i presidenti palestinese e israeliano, Abu Mazen e Peres, a un incontro di preghiera per la pace. Un gesto inedito: cosa ha spinto il Pontefice a proporre questa iniziativa? 
«Abbiamo sperimentato la forza della preghiera nell’iniziativa voluta dal Papa per la Siria. La preghiera ha una forza politica che forse noi ancora non conosciamo e che va ‘sfruttata’ fino in fondo. La preghiera è capace di trasformare i cuori e, quindi, di trasformare la storia».

Entrambi hanno già accettato. Quando avverrà allora l’incontro? 
«La data ancora non si conosce però penso che, avendo i due presidenti già accettato, l’incontro si terrà a breve. È una bellissima iniziativa».