Un “corredo” di (buoni) libri: la cassetta degli attrezzi dei giovani preti

Il libro come strumento migliore per orientare, capire il mondo, persino dare una mano a chi vogliamo bene. Il libro come mattone (ed eccovi spiegata la foto) per costruire la casa delle proprie relazioni. Parte da qui (e dalle liste regalo dei preti novelli) questa settimana @diaridilibri, la rubrica dello scrittore Claudio Calzana, autore di romanzi come «Il sorriso del conte» ed «Esperia», direttore dei Progetti Editoriali e Culturali di Sesaab e direttore della libreria Buonastampa (via Paleocapa 4/d).

Quando chiacchiero con qualche prete, il lamento è sempre quello: il tempo latita, anzi si dissolve per le dita ancor prima che te ne rendi conto. Tempo per leggere, anche, visto che se ne parla per l’appunto in libreria; eppure, vedetela come volete ma il libro resta pur sempre lo strumento migliore per orientare, capire il mondo, persino dare una mano a chi vogliamo bene. Tutto ’sto panegirico a far da cappello al tema di oggi: forse non tutti sanno che in Buonastampa curiamo le liste per le ordinazioni sacerdotali. I preti novelli ci lasciano i loro desiderata, o meglio li concordiamo insieme, e poi amici e parenti vengono da noi per dare il loro contributo. Ecco, le liste me le sono guardate ben bene, per capire dove si indirizza il novello, quali libri, quali prospettive, quali eventuali alternative. Anche per suggerire l’acquisto migliore a coloro, e non sono pochi va detto, che rispetto a certi titoli e ambiti non si raccapezzano proprio. In primis, diciamo che in queste liste i libri la fanno da padrone, o addirittura sono gli unici protagonisti: per un prete l’ordinazione è il primo serio mattone per tirar su una biblioteca come si conviene. È un po’ come la valigia ben fatta prima di un lungo viaggio, o il basto ben agganciato se vuoi portar pesi in giro senza rischiare di perderli per strada. In prima fila troviamo i libri che potremmo chiamare i ferri del mestiere: Bibbia, Vangeli, commentari, predicabili, omiletica, preghiere, dizionari. Ma qua e là spunta altro: una signora cassetta degli attrezzi è più che opportuna, ma l’artigiano più coscienzioso sa bene che ci sono passaggi dove il cacciavite non gira e la pinza non afferra, per stare in paragone. E allora? Alcuni novelli nella loro lista hanno ad esempio inserito parecchia letteratura e narrativa, e film anche: è cosa nota che la narrazione è il modo migliore per coinvolgere in storie, condividere, fare gruppo. D’altronde, a quel che capisco, il compito di un sacerdote è quello di esserci, sempre disponibile alla richiesta di attenzione e soccorso. Già il fatto che un prete c’è, che non arretra, è una bella consolazione, alle volte persino basta. Certo, non se la può cavare con un semplice “vedrai che va tutto bene”, un banale “dai che ce la fai”, un peraltro sincero “sai che io ci sono”. Senza dire che i sacerdoti devono correr dietro a tante di quelle cose, e così varie, che la sensazione a fine giornata deve esser sempre quella, o quasi: ma che cosa ho combinato oggi? Ecco, concludo con un semplice auspicio: che al termine di una giornata frenetica come poche, costellata di richieste, facce, problemi, i religiosi – soprattutto i novelli – trovino sempre un angolino tutto loro per leggere, per star soli con le parole che amano, per aprire finestre sul possibile e il vero. Una zona protetta e segreta, all’insegna del meglio e del bene.

© Claudio Calzana www.claudiocalzana.it
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Nella foto: Sant’Anna d’Alpago – la casa dei libri di Livio De Marchi