Gli oratori puntano alla qualità: con il progetto “Giovani insieme” nuovi educatori

La qualità dell’educazione prima di tutto. Anche negli oratori la crisi si fa sentire, non solo in termini economici. E’ una crisi che abbraccia le forme, le tradizioni: c’è una trasformazione in corso, anche nel modo di gestire le attività, di pensarle insieme, in un clima e in un contesto in cui è sempre più importante che siano le comunità insieme ad agire, sempre di più in un’ottica di équipe e sempre meno i preti da soli.
E allora è importante capire quale segnale si dà per il futuro: in quest’ottica gli Oratori della Lombardia hanno avviato un progetto che “segna il passo”, in partnership con la Regione (che lo finanzia con un milione e trecentomila euro): si chiama “Giovani insieme”. In concreto: una possibilità di lavoro per 350 giovani educatori tra i venti e i trent’anni che lavoreranno nelle parrocchie. Non un lavoro full-time, intendiamoci: quindici ore alla settimana, ma sicuramente un aiuto prezioso e un’esperienza utile. Questi giovani saranno distribuiti nelle diverse diocesi lombarde in proporzione alla dimensione e alla numerosità delle parrocchie. Alla nostra ne saranno assegnati 36.
L’accento è posto sulla qualità educativa e il progetto è importante anche per ciò che significa a livello simbolico: far entrare negli oratori, alle prese con situazioni complesse e variegate, una presenza qualificata che possa attuare progetti specifici e dare slancio alle attività già presenti. “Con questo progetto – sottolinea don Emanuele Poletti, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale dell’età evolutiva – pensiamo alla qualità educativa delle presenze negli oratori. Bene la disponibilità, bene la buona volontà, ma oggi anche la competenza è necessaria”. La Regione, dal canto suo, mette in evidenza nella delibera legata al progetto “la volontà di favorire lo sviluppo dell’associazionismo giovanile, di valorizzare la partecipazione dei giovani alla vita delle comunità e l’importanza di investire sul processo di crescita personale dei giovani”.
Fra l’altro, se Papa Francesco continua a sottolineare la necessità di offrire occasioni ai giovani, un’iniziativa come questa, se pure piccola, anche in questo senso offre un segno di speranza. Uno dei requisiti previsti dal bando è infatti proprio l’assenza di un’altra occupazione. Lo sguardo è puntato sul futuro: “Non possiamo vivere soltanto di speranze – sottolinea don Emanuele – per avere nei nostri oratori dei giovani formati che si occupino dei più piccoli e delle attività bisogna investire tempo e risorse. Ci auguriamo che questi giovani poi restino sul nostro territorio”.
Cosa possono fare gli educatori del progetto? Si occuperanno di animazione “da cortile”, saranno quindi il punto di snodo delle attività quotidiane degli oratori, come punto di riferimento per un luogo dove, come sottolinea don Emanuele “tutti possono entrare, tutti vengono accolti”. Potranno poi contribuire a realizzare spazi compiti, laboratori, corsi di musica, inglese, teatro, pittura, che pure trovano spazio nelle parrocchie, ed essere presenti come coordinatori dei centri ricreativi estivi. “Potranno fare da collante tra momenti più formali – aggiunge don Emanuele – come la catechesi, e altri più informali come il bar”. Ogni parrocchia interessata ad accoglierli dovrà preparare un progetto e inviarlo all’Upee per la selezione.
Il bando richiede (almeno) il diploma di scuola secondaria di secondo grado, esperienza in ambito educativo oratoriano, appartenenza ecclesiale, e come dicevamo prima, l’assenza di attività lavorativa. Per partecipare bisogna compilare il modulo apposito che si trova già sul sito degli oratori bergamaschi (www.oratoribg.it) e su quello della diocesi di Bergamo (www.diocesibg.it). Le parrocchie interessate, da parte loro, possono fare richiesta di un giovane educatore. Una volta compilati i moduli potranno essere inviati via mail a upee@curia.bergamo.it oppure spediti via fax allo 035/278250 entro e non oltre il trenta giugno (c’è ancora una decina di giorni a disposizione). Le candidature saranno poi valutate dall’Upee, dopo un attento ascolto di entrambe le parti coinvolte (parrocchie ed educatori). Le scelte e gli abbinamenti saranno comunicati agli interessati entro la fine di luglio.
I giovani saranno impegnati per un totale di 720 ore in un anno, 15 ore alla settimana da concentrare in 3-4 giornate per 48 settimane, ma si può decidere anche una distribuzione diversa in base ai progetti presentati (si può per esempio concentrare delle ore in più nel centro ricreativo estivo sottraendole alle attività durante l’anno). Dieci ore saranno riservate alla formazione a cura dell’Upee. L’educatore dovrà essere impiegato sul territorio: in parrocchia e all’oratorio, e non per attività “esterne”. Ogni educatore riceverà un compenso netto mensile di 400 euro per undici mensilità. I due terzi di questa somma saranno a carico della Regione, mentre la parrocchia contribuirà con circa duemila euro. Per approfondire i contenuti del progetto e le modalità di partecipazione si può contattare l’Ufficio per la pastorale dell’età evolutiva di Bergamo (piazza Duomo 5) tel. 035/278203 da lunedì a venerdì dalle 9 alle 12,30.

(Nella foto uno dei primi momenti del Cre di Almè)