Cresima o confermazione

Nel catechismo la Cresima è chiamata così: Cresima o Confermazione. E così mi rispose un ragazzo quando non ero ancora emerito e incontravo i cresimandi uno per uno al termine della loro preparazione. Quando mi rispose così, gli chiesi. «Come mai la Cresima si chiama anche Confermazione?». E il tipino, visibilmente sveglio e ben ammaestrato dai catechisti, mi risponde: «Significa che nella Cresima si conferma il Battesimo che abbiamo ricevuto per iniziativa dei genitori senza che noi capissimo». «Tu sai l’analisi logica?». «Sì». «In questa confermazione, chi è il soggetto del verbo confermare?». «Io e i miei compagni».  «Sei sicuro? Sicuro, sicuro?». Perplessità del ragazzo di fronte a una domanda così incalzante.  «Il soggetto della Cresima come di ogni sacramento è Gesù. È lui che ci conferma in quella fede nella quale siamo stati battezzati. Ed è una conferma che consolida, fortifica e arricchisce la grazia del Battesimo. Nel confermarci con la Cresima Gesù ci dà anche uno compito, una missione, alla quale ci consacra in modo definitivo con una speciale infusione dello Spirito Santo, grazie alla quale noi siamo collocati nel mondo come profeti di Dio».

LA CRESIMA DI UN “DIVERSAMENTE ABILE”

Mi è venuto  in mente questo colloquio, quando recentemente l’amico parroco di Belsito mi ha riferito quello che gli era capitato. Avendo tra i ragazzi in età di prima Comunione un “diversamente abile” grave, e non sapendo come regolarsi, si è rivolto alla Curia per chiedere lumi. Così devono fare i preti per bene. Gli fu risposto che la prima Comunione si doveva cercare di fargliela; altro discorso per la Cresima, perché la Cresima…  è il sacramento della consapevolezza nella fede.

Non seppi trattenermi. Reagii immediatamente e gli dissi: «Risposta sbagliata anche se viene dalla Curia. È chiaro che, salvo casi estremi, bisogna fare tutto il possibile perché chiunque possa fare la Comunione. Ma la Cresima bisogna darla a tutti, anche in caso di totale  mancanza dell’uso della ragione».

E gli spiegai, come sopra, il significato del verbo confermare, che ha Gesù come soggetto. E aggiunsi anche che ancora prima del Concilio, era data facoltà e, anzi, era caldamente raccomandato ai parroci di amministrare la Cresima, senza chiedere facoltà a nessuno, ai bambini in pericolo di morte.

L’amico di Belsito però mi obbiettò: «Hai appena detto che nella Cresima siamo consacrati e mandati come profeti di Dio nel mondo. Come fa uno ad essere profeta se non ha un minimo di uso di ragione?».  «Uno, caro amico, può essere profeta anche senza che lui lo sappia. Il Signore, queste persone segnate da gravi limiti incolpevoli, le colloca nel loro ambiente come segno profetico, come richiamo alla conversione, alla fede, alla speranza e alla carità, alla bontà, alla solidarietà. Paolo VI, in una delle sue omelie pasquali nel 1965, indicò queste creature come “gli agnelli di Dio che tolgono i peccati del mondo”».

LE CONSUETE ANGOSCE DEL PARROCO DI BELSITO

Vedendo che l’amico dava ancora segni di perplessità, usai l’argomento di autorità, che per certi preti e laici è ancora quello che tiene di più. «Dopo aver parlato in questi termini con il Vescovo Mons. Amadei, egli disse che era pienamente d’accodo». Certo non erano state le mie parole a convincerlo di una verità che aveva in cuore già di suo. Fatto sta, che il Vescovo Roberto, invitato da me, è venuto più volte a fare la Cresima a persone gravissimamente handicappate e, quando i familiari esprimevano un desiderio di riservatezza, veniva al loro domicilio. E ogni volta, nell’omelia che teneva, segnalava ai parenti e agli amici presenti la missione che il Signore affidava con la Cresima al loro congiunto, missione di cui essi erano chiamati a far tesoro.

Qui fu l’amico di Belsito che non seppe trattenersi: «Ma allora, noi e la nostra Curia, che insistiamo sulla Cresima come Confermazione consapevole del Battesimo ricevuto per iniziativa dei genitori, stiamo sbagliando tutto?».  «Tutto magari no, perché nella recezione, la più consapevole possibile, della Cresima c’è dentro in qualche modo la conferma personale della volontà di andare avanti col Signore sulla strada del Battesimo sulla quale ci hanno messo i nostri genitori. Ma è evidente che dobbiamo ritornare ad annunciare chiaramente e nettamente quello che fa in noi il Signore con il suo Spirito in questo sacramento. Non è secondario nemmeno il ricordare che per gli ortodossi, anche quelli cattolici, i cosiddetti “uniati”, la Cresima viene amministrata con il Battesimo».

Qui il parroco di Belsito si è arreso e ha sospirato: «Ho la sensazione che tanti problemi che noi abbiamo con la Cresima hanno qui la loro causa». Ben detto!