“La Maria stòrta”: a Calolziocorte una leggenda popolare carica d’emozione

Vale la pena la piccola trasferta a Calolziocorte, oggi in provincia di Lecco ma fino a pochi anni fa Comune bergamasco, che ci invita a fare questa sera, sabato 5 Luglio, la rassegna deSidera – Teatro e Territorio. Vale la pena non solo per assistere allo spettacolo in programma, “La Maria stórta” (ore 21.15), ma anche perché viene messo in scena in un luogo di rara bellezza, il Chiostro di S. Maria del Lavello (via Padri Serviti, 1, in caso di maltempo presso la sala Auditorium della Fondazione Santa Maria). Un’occasione, comunque, per chi lo avesse perso nelle precedenti occasioni, di assistere ad uno spettacolo veramente emozionante, interpretato con rara intensità, su un testo (che mescola italiano e dialetto) scritto dall’attore e regista bergamasco Alberto Salvi. Interpretato da Matilde Facheris e, con lei, da Barbara Bedrina, Cristina Castigliola, Sveva Raimondi (fisarmonica Gino Zambelli, regia Alberto Salvi, editing Matilde Facheris, luci Dalibor Kuzmanic, suoni Dario Filippi), lo spettacolo ripercorre alcune tappe della vita di Maria Benaglia (1893 – 1966), conosciuta come “la Pelegrina”. Una storia, quella di Maria degna sicuramente di un “feuilleton”: rimasta orfana viene mandata dapprima in un convento e poi presso dei parenti che però ne sopportano a malapena la presenza. Ammalatasi gravemente, fa un voto alla Madonna delle Nevi: in caso di guarigione consacrerà il resto della sua vita alla devozione. E così avviene e Maria si mette in viaggio e, a piedi, attraversa l’Italia raccontando il suo miracolo: chi la accoglie viene benedetto, chi non vuole ascoltarla viene maledetto. Per questo c’è chi la considera una santa, devota alla Madonna, capace di portare luce e serenità nelle case che visita e chi invece la teme, la sfugge, accusandola di essere una strega, capace di causare dolori e malattie. “Quella di Maria resta – secondo gli autori – una figura popolare carica di contraddizioni e ambiguità, Maria “la pelegrina”, rimane, ancor oggi, nella memoria orale, personaggio a cavallo del labile crinale che separa il sacro dal profano, senza per questo perdere fascino, personalità e grazia”. Per Alberto Salvi, lo spettacolo è: « un monologo interamente costruito sul ritmo e sulla musicalità della parola, scritto di getto, violentemente; è flusso di coscienza, immagini, colori, profumi, è vita che si inerpica, cresce, sboccia e mai muore, un “qui e ora” che è uno schiaffo emotivo, una ferita che sanguina. La storia di una bimba, una sorella, una madre, una compagna, una moglie: una storia al femminile.  Dopotutto, qualcuno, non troppo tempo fa, disse che Dio è madre». deSidera proseguirà il 12 Luglio a Mozzo, dove, presso il Giardino di Villa Dorotina, Laura Curino sarà l’interprete di “Scintille”, un lavoro scritto da Laura Sicignano, sul terribile incendio che scoppiò a NewYork il 25 Marzo 1911 nella Triangle Waistshirt Company, una fabbrica di confezioni, che costò la vita a centinaia di operaie, molte delle quali italiane.