Ambivere: un memoriale per le vittime di Gaza. #Weprayforpeace

334 persone uccise, e tra loro 59 bambini, 11 giorni di bombardamenti. Questi sono i numeri spaventosi che descrivono l’operazione israeliana “Bordo Difensivo” cominciata l’8 Luglio scorso a Gaza, che non ha ancora raggiunto una fine. Numeri in costante crescita che non sono, appunto, solo numeri, ma corpi e sguardi di uomini, donne e bambini, vittime reali a cui la comunità di Ambivere ha deciso di restituire, attraverso la memoria, un’identità.

Non si può guardare il memoriale che sventola davanti la chiesa parrocchiale e non sentire una scossa percorrere il corpo. Pannelli di cartoncino colorati, bianchi e azzurri, con poche semplici scritte nere: un nome, un cognome, l’età e il luogo dove la vittima è stata uccisa. Sono tanti quanti i morti e ogni giorno se ne aggiungono di nuovi. “Non è sempre stato possibile completare tutte le informazioni” spiega un cartello, che recita anche in chiare lettere “non c’è pace senza giustizia”.  Alcuni pannelli sventolano, altri invece sono più semplicemente appoggiati a terra. Accanto ad un uno di questi qualcuno ha lasciato un paio di scarpette bianche: sono per Muhamad Malakah, la vittima numero 29, un bambino di solo un anno e mezzo. Per Omar Sheik invece c’è un piccolo peluche, un compagno di gioco, perché lui aveva solo 4 anni.

«L’idea del memoriale – spiega don Emanuele Personeni, parroco di Ambivere – è stata suggerita da me e da alcuni volontari della comunità, ma ha visto la partecipazione dei ragazzi adolescenti che stanno frequentando il cre in questi giorni. Abbiamo voluto dare un segno visibile perché ciò che sta succedendo a Gaza non passi inosservato, o ancora di più, venga visto ancora come l’ennesima parte di un conflitto, e risolto tutto con un triste “è la guerra!”, mentre è una vera mattanza di innocenti.»

Don Emanuele è molto attento a ciò che accade in Palestina e in Israele da quando l’operazione “Piombo Fuso” ha lasciato in lui un segno profondo. E da qui, ha sempre cercato di smuovere le coscienze e soprattutto di combattere una cattiva informazione, costruendo una rete di persone attive e appassionate al conflitto israelo palestinese.  Sono diverse infatti le iniziative a tema proposte durante il resto dell’anno da don Emanuele e dalla comunità, come la mostra organizzata dai ragazzi di terza media durante la visita di suor Azezet Kidane a marzo dedicata al popolo beduino in Israele; il progetto “Tutti a Scuola”, che ha permesso la raccolta di fondi destinati alla creazione di scuole nei villaggi dei beduini, progetto a cui hanno aderito, oltre ad Ambivere, anche le comunità vicine di Mapello, Valtrighe e Prezzate. Importante è anche la rete di movimenti creatasi intorno a Bergamo, con il gruppo di giovani Iabbok, il gruppo Terra Santa di Longuelo, Kairos di Cenate Sotto: volontari, persone comuni che hanno fatto la scelta di non rimanere indifferenti.

Questa sera la comunità di Ambivere invita tutti a partecipare ad un momento di preghiera alle 20,30 davanti la chiesa parrocchiale dove è stato allestito il memoriale. «Invocheremo la pace del Signore. Invocheremo la sua giustizia. Ascolteremo qualche parola della Scrittura. Chiederemo perdono al Signore.»

Passeggiare tra i cartelli appesi che si muovono nel vento, oppure camminare, chinandosi a terra per leggere il nome dei Palestinesi uccisi, richiede e invoca il silenzio. Ma il silenzio di una strage deve essere rotto, e piccoli gesti come questi sono un passo per far risuonare le ingiustizie.