Anche lo spazio è in affitto: quello che per un po’ non serve si deposita

Prima o poi capita a tutti: dopo aver accumulato tanti oggetti, a un certo punto lo spazio della propria casa non basta più. Inevitabile, quindi, che una delle nuove frontiere del noleggio sia il self storage, ossia l’affitto di veri e propri depositi, di diverse misure, per metterci ciò di cui non si può o non si vuole privarsi.

Da qualche anno si può fare anche a Bergamo e per farci un’idea del fenomeno abbiamo contattato Casaforte, la società che ha una sede in città e offre questo tipo di servizio.  «Siamo abbastanza soddisfatti: al momento l’80% dei nostri box è occupato – spiegano – anche se nell’ultimo anno il trend è cambiato, soprattutto per quanto riguarda il tipo di persone che si rivolgono a noi». Agli esordi, cinque anni fa, la maggioranza era rappresentata da persone in attesa di trasloco, che “parcheggiavano” qui momentaneamente mobili, e aziende: per questo «erano richiesti spazi medio-grandi». Oggi, invece, vanno per la maggiore spazi piccoli e piccolissimi, soprattutto per uso privato: con il mercato immobiliare quasi fermo (e le case sempre più piccole) sempre più spesso questi box diventano vere e proprie cantine, che magari ospitano i vestiti non adatti alla stagione o le collezioni cui si è affezionati, e per questo sono i più frequentati dai clienti, che tornano spesso a prendere o portare nuovi oggetti. Anche la durata degli affitti ha seguito la stessa logica: dai 6 mesi/1 anno delle aziende, si è passati ai 2/6 mesi di media dei privati.

Ma, per colpa della crisi economica, c’è un altro pubblico che è in forte crescita: i curatori fallimentari che sono obbligati, per legge, a conservare per anni i documenti relativi alle aziende di cui si occupano.

Anche un semplice (e all’apparenza freddo) box in affitto, insomma, può raccontare un po’ della storia delle persone che lo occupano, proprio come accade nelle case, che di sicuro sono legate anche a momenti e ricordi vissuti dentro le sue pareti.