Pane e noci: don Biagio nel blu dipinto di blu

Avevamo lasciato don Biagio e il sindaco Foresti in lotta per le strisce blu in piazza. Finché la piazza non era diventata tutta di un bel blu buffo… E la faccenda è finita sui giornali. Continua il nostro feuilleton “Pane e noci”. L’illustrazione è di Matteo Gubellini.

– Che disastro – constatò il Foresti.

La faccenda della piazza dipinta di blu era finita sui giornali provinciali e il sindaco ne usciva come un fesso. -Bisogna correre ai ripari e dare una dimostrazione che le decisioni del consiglio comunale non possono essere aggirate con trucchi da strapazzo – e così invitò i suoi fidati consiglieri a far girare le rotelle dentro i loro testoni.

Don Biagio al contrario si godeva il momento e si beava d’aver vinto la prima battaglia.

-Guarda qua – rise porgendo il giornale ad Angelo.

-L’ho già letto reverendo, se devo essere sincero, mi pare che ne usciamo tutti quanti come degli stupidi-

-Che intendi? –

-Intendo che il giornale s’è preso beffa del paese intero, non solo del sindaco -.

Don Biagio rimise gli occhi sull’articolo e lo iniziò daccapo.

-Che dovevo fare? Lasciargli mettere i parcheggi a pagamento attorno alla chiesa? Già c’è la crisi –

– Suvvia, non usate quella per giustificarvi. I fedeli verranno in chiesa sia che ci sia la sosta gratuita, che a pagamento. È quello che trovano all’interno a fare la differenza, o sbaglio? -.

La saggezza del bibliotecario colpiva don Biagio nel profondo e lo costringeva a ripensare alle sue azioni provocandogli il nervosismo tipico di chi sta dalla parte del torto.

– Siete stato assoldato dal sindaco per convincermi – lo accusò.

– Non dite assurdità. Vi ho semplicemente detto quel che penso, non siete obbligato ad ascoltarmi -.

Il reverendo girò i tacchi e se ne andò. Se Angelo non aveva intenzione di supportarlo, avrebbe chiesto a santalessandro. “Rinviata creazione area sosta a pagamento. #vittoria” gli twittò.

Dopo mezz’ora il telefono era ancora in silenzio e il prete gli girava intorno scavando un fosso come un mulo legato alla macina. Non ricevere risposta lo infastidiva e santalessandro da qualche giorno non si faceva vivo.

La sera stessa, intorno all’ora di cena, alla porta della canonica bussò la signora Menatti, vecchia titolare del negozio di sartoria passato in dote alle due figlie, dove don Biagio aveva speso un occhio della testa per rammendare una tasca. Una signora sulla cinquantina ch’era la riservatezza fatta a persona e indossava un foulard a fantasia floreale sulla testa, come usava la madre e la nonna prima di lei.

Don Biagio la fece accomodare e le offrì un cioccolatino, un Goddelijke Redding della pasticceria Canova, chiedendosi cosa avesse potuto spingere una persona come lei a farsi avanti.

-Come state? –

La signora deglutì il cioccolatino e con le mani conserte tra le gambe fece un cenno a metà tra il non c’è male e il potrebbe andare meglio.

– Ditemi – la spinse don Biagio.

– Non potete immaginare quanto mi scoccia venire a chiedervi un favore –

Don Biagio invece lo immaginava eccome.

– Deve essere qualcosa di grave se vi ha spinta fin qui –

– Siete la mia ultima speranza -. Frase che don Biagio era suo malgrado costretto a sentire frequentemente.

– Il vostro intento era evitarmi un disturbo, ma la strada del Signore è sempre la prima fonte di speranza.

– Sì, ma questa è una faccenda che ha poco a che vedere con lo spirito. È una roba materiale -.

Non ci voleva Einstein per capire che si parlava di soldi.

– Non so da dove iniziare – disse la donna mettendosi una mano sulla fronte.

– Iniziate dal principio, senza alcun timore -.

– Ho bisogno di un aiuto economico, ecco, l’ho detto, non me lo fate ripetere, mi vergogno-.

– Perché mai dovreste vergognarvi? Tutti abbiamo vissuto momenti di difficoltà-

– Avete ragione ma, ecco, non è mai bello. Ho lavorato una vita intera, pensavo d’essermi sistemata con la pensione, e invece le preoccupazioni sono sempre più delle soddisfazioni-.

Don Biagio le offrì un altro cioccolatino e la invitò a proseguire.

– Sapete, le mie figlie hanno ritirato il mio negozio di sartoria ma gli affari procedono a rilento, e la mia pensione è una coperta è troppo corta-.

– Ora che ci penso dovrei far rammendare alcune vecchie vesti e qualche paramento-.

– Ve ne sarei grata, ma il problema non è tanto la sartoria. Il problema è mia madre. Sono anni che è al ricovero ma ora non riesco a far fronte alla retta. In comune mi avevano promesso un aiuto, ma con quella faccenda dei parcheggi bloccati pare non ci siano fondi…-

Don Biagio si alzò, fece ancora un giro nel fosso del mulo poi si risedette con le mani sulle ginocchia.

– State tranquilla. Quella faccenda dei parcheggi si risolverà presto. Lasciatemi un paio di giorni e vi farò sapere -.

La Menatti si ritirò nelle spalle. -Sono veramente mortificata di essere venuta a farvi questa richiesta-.

Don Biagio le regalò un sacchetto di cioccolatini. Angelo aveva ragione, quella storia dei parcheggi andava risolta, se non per riabilitare la reputazione del sindaco sul giornale provinciale, almeno per aiutare la signora Menatti.

 

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Vuoi leggere le puntate precedenti? Eccole qua.

Primo episodio: L’inaugurazione
Secondo episodio: Cioccolato
Terzo episodio: Grigliata esplosiva
Quarto episodio: Chi la fa…
Quinto episodio:Una zuffa coi baffi
Sesto episodio: Quasi Beautiful
Settimo episodio: Misteri hi-tech
Ottavo episodio: Anonimo bergamasco
Nono episodio: Il mistero del paese deserto
Decimo episodio: Il torneo in notturna
Undicesimo episodio: Questo arresto non s’ha da fare…
Dodicesimo episodio: La guerra delle strisce