Trentamila scout a San Rossore per parlare di coraggio: c’è anche Bergamo

Riuscite ad immaginare? Più di 30.000 camicie azzurre in un’unica città. Un’invasione? No, è “One Way”, la Route nazionale Scout che si sta svolgendo in questi giorni e fino a domenica nel parco naturale di San Rossore (Pisa). L’appuntamento più importante e più atteso dagli Scout di tutta Italia, un evento frutto di anni di preparazione da parte dei Clan di tutte le Province.

Noi cogliamo l’occasione per parlarne con il responsabile Agesci di Bergamo, Andrea Bonati: «La Route è un evento nazionale che non ha una cadenza fissa, l’ultima è stata nel 1986 quindi si può facilmente intuire l’importanza di questo avvenimento, atteso e programmato ormai da 4 anni. La Route è rivolta agli Scout di età compresa tra i 17 e i 21 anni (Rover e Scolte) e nasce dall’esigenza di invitare i ragazzi a pensare profondamente su alcuni temi. Il filo conduttore di quest’anno è il coraggio: in una società in cui non siamo più abituati a prendere le decisioni con fermezza e responsabilità, i ragazzi saranno chiamati a redigere, al termine dei quattro giorni, una “Carta del Coraggio”». Attraverso una serie di attività, workshop e testimonianze ogni Scout  tocca con mano diverse aree di interesse – dalla religione alla politica – sul tema analizzato. Oltre ad un ex Scout d’eccezione come il Premier Renzi, i Rover e le Scolte dell’Agesci hanno chiamato niente meno che Papa Francesco a portare la sua testimonianza come uomo di coraggio; il Pontefice è stato invitato ad unirsi ai giovani Scout tramite il video #carofrancesco.

Ma come hanno risposto i Clan della bergamasca? «Su 19 gruppi ne partecipano 17 per un totale di circa 280 persone.» – ci dice Bonati – «Il lavoro di preparazione è stato lungo, quasi 2 anni. I Clan si sono messi in marcia da ogni parte d’Italia già dal 1° di agosto, un cammino che si è concluso ieri quando tutte le strade (One Way) si sono incontrate a San Rossore, arricchite da esperienze e testimonianze utili per scrivere, tutti insieme, la Carta del Coraggio».

Se essere Scout vuol dire anche saper far gruppo, allora la Route è, per eccellenza, la messa in pratica di questo concetto: «Il bello dell’essere Scout è proprio questo, essere animati tutti dallo stesso spirito, quello dello stare insieme; ci si intende subito perché si mira a favorire il concetto di gruppo, in tutti i sensi. Diffuso è il luogo comune degli Scout seduti attorno ad un fuoco a parlare o cantare, ma è davvero così: spesso ci troviamo a incontrare altri Scout che non conosciamo, magari che vengono da lontano; ma non c’è alcuna difficoltà perché parliamo la stessa lingua, siamo mossi dagli stessi principi di comunità e condivisione».

Un evento storico dunque, al quale partecipano diverse personalità dal mondo della politica e non solo, nella speranza che magari siano gli Scout stessi ad infondere un po’ di coraggio in Renzi e Co.

 
Ecco il video con la telefonata del Papa agli Scout: «Abbiamo bisogno di giovani coraggiosi!»