La fede e la forza delle scelte: i giovani al Gruppo Samuele

Scavare a fondo nella fede e cercare la strada che porta alla propria vocazione? Un aiuto concreto può essere partecipare al Gruppo Samuele, il progetto riservato ai giovani della diocesi di Bergamo, che ha recentemente aperto le iscrizioni per l’anno 2014-2015.

Nato 13 anni fa per volontà dell’allora vescovo Roberto Amadei, ha accolto negli anni ben 1200 giovani che hanno scelto di approfondire i temi fondamentali della Fede. Composto da 8 incontri, uno ogni primo sabato del mese, il Gruppo Samuele, anche conosciuto semplicemente come GS, propone riflessioni di carattere teologico a tutti i giovani dai 19 ai 28 anni, ed è possibile intraprenderlo una volta sola nella vita. I ragazzi che rispondo all’invito sono molti, partendo da un minimo di 60 partecipanti ad un massimo di 120. L’anno scorso per esempio sono state raccolte  94 iscrizioni.

«Originariamente il GS era indirizzato a chi aveva già avuto un vissuto ecclesiale, animando l’oratorio, oppure prestando servizio come catechista– spiega don Manuel Belli, membro dell’équipe che segue i giovani e responsabile della catechesi-. Spesso sono infatti i curati ad incoraggiare i giovani. Negli ultimi anni invece assistiamo all’avvicinamento di ragazzi che hanno avuto poco a che fare con le attività ecclesiali. Alcuni, per esempio, provengono da storie sofferenti e cercano un modo per rimettere ordine alla propria vita.»

La brochure di presentazione, scaricabile al sito www.diocesibg.it con tutti le informazioni per potersi iscrivere, recita, riprendendo le parole di papa Giovanni Paolo II: «La vita è la realizzazione di un sogno fatto in giovinezza».  Perché quindi affidarsi al Gruppo Samuele? Lo raccontano direttamente i giovani.

LA VOGLIA DI SCOPRIRE SE STESSI…

«Ho intrapreso il GS cinque anni fa, quando ero catechista –racconta Stefano, giovane di 23 anni studente all’ultimo anno di matematica-.  Volevo approfondire gli argomenti che proponevo ai bambini, ma è stato soprattutto per una ricerca personale ho deciso di iniziare.»

Stefano è stato incoraggiato dal suo curato che poi è diventato la guida spirituale durante il cammino, aiutandolo nelle riflessioni, un appuntamento fondamentale per Stefano. Importante però anche la condivisione con gli altri coetanei durante gli incontri al GS, dove è possibile scambiare opinioni, impressioni e confrontarsi.

«La mia è stata una ricerca personale, desideravo indagare su quale fosse la mia vocazione e oggi mi sembra di averla scoperta: proprio al Gruppo Samuele ho conosciuto infatti la mia ragazza, Consuelo.»

A volte invece sono proprio gli amici e i fratelli maggiori a spingere verso il Gruppo Samuele. E’ il caso di Letizia, anche lei 23 anni e infermiera. «Mi sono fidata senza troppi perché dell’incoraggiamento di mio fratello. E’ un’esperienza che consiglierei a tutti- racconta entusiasta Letizia -, perché permette di pensare un po’ di più a se stessi. Non ti senti solo e ciò che rimane è la voglia di scavare continuamente a fondo nella fede, senza fermarsi in superficie.»

…e la conferma di ciò che si è trovato durante il cammino.

Oltre al percorso base del GS1 è possibile continuare con un ciclo di altri due cammini, il così detto Gruppo Samuele 2, riflettendo su temi morale quali l’Amore e la Liturgia.  Daniela, 32 anni, infermiera presso l’ospedale papa Giovanni XXIII, ha concluso di recente il GS2 sul tema dell’Amore;  ma il suo cammino è iniziato dieci anni fa, con la partecipazione al GS1. «Ero attirata dalla curiosità di conoscere di più sulla religione e sulla figura di Gesù, ma volevo anche confrontarmi su cosa significa essere cristiano oggi. Così mi sono lanciata nel GS1.»

Dopo la conclusione del Gruppo Samuele, la scelta di Daniela: partire per 6 anni con Medici Senza Frontiere. Toccando concretamente la povertà dell’Africa e del Medio Oriente, Daniela ha vissuto intensamente il tema della “restituzione”, scoprendo la solidarietà concreta e l’aiuto reciproco.

«Il GS1, insieme ad altre riflessioni, ha contribuito alla mia partenza in missione, dandomi la possibilità di riflettere e capire quale fosse la mia vocazione, progettando il mio futuro.»

Poi la decisione di aderire al Gruppo Samuele 2, dove Daniela ha potuto tirare le fila di ciò che aveva vissuto durante i 6 anni in missione. « Porto nel cuore una frase appresa durante il cammino con questo GS2: “nessuno è così povero da non poter donare”. E’ ciò che ho vissuto ed è ciò che ho visto con i miei occhi, soprattutto nei paesi poveri del Corno d’Africa; c’è così solidarietà spontanea tra i più poveri, che mi ha fatto comprendere quanto tutti abbiamo qualcosa da donare nella nostra vita.»

Daniela lavora in ospedale da un anno, ma nel cuore ha ancora la voglia di ripartire.