La nostra terra: una commedia etica. L’antimafia fatta “coltivando pomodori”

Prendete la terra. Prendete l’Italia della burocrazia e delle contraddizioni, ma anche quella del riscatto e della rinascita. Prendete anche bravi attori, la capacità di far riflettere ridendo. Prendete tutto questo e poi mischiatelo: quello che otterrete è “La nostra terra”, il film di Giulio Manfredonia che è stato presentato lo scorso lunedì in anteprima nazionale e appena uscito nelle sale di tutta Italia. Con un obiettivo: parlare di beni confiscati con una “commedia etica”, un’antimafia fatta “coltivando pomodori” in cui ciascuno di noi può ritrovarsi.

Il film narra infatti un nord e un sud Italia che si scontrano e incontrano attorno ad un podere nel sud pugliese, confiscato al boss locale Nicola Sansone e assegnato ad una scalcagnata cooperativa perché venga riutilizzato. Ad aiutare la cooperativa viene inviato Filippo, stratega dell’associazionismo da antimafia fatto da dietro una scrivania, esperto di leggi e regolamenti ma ben poco avvezzo a “sporcarsi le mani”. E non è facile, per il precisino Filippo, adattarsi al sud, alle sue contraddizioni e fascinazioni, per riuscire a far funzionare la cooperativa sul terreno confiscato: sbrogliandosi tra burocrazia, collusioni, luoghi comuni ed enormi slanci di bontà, la scombinata compagnia – in cui si riunisce un coacervo di personaggi tutti “tipici” ed esilaranti – riesce infine ad avviare la coltivazione biologica di pomodori, melanzane ed uva e a pensare ad un riscatto per la terra che li ospita. Fino a quando lo Stato manda l’ex padrone delle terre, il boss Nicola Sansone, agli arresti domiciliari nella sua tenuta, proprio accanto al podere riutilizzato dalla cooperativa. Ed è quello il momento in cui si deve davvero scegliere “da che parte stare”… Non solo per Filippo, ma anche per Cosimo, lo storico fattore di Sansone a cui il boss aveva anni prima sottratto la terra e che sta trovando nella cooperativa un nuovo senso alla vita e soprattutto alla sua terra.

“La nostra terra ” è un film insieme dolente e divertente, drammatico e simpatico, profondo e leggero. Il luogo comune non è pensato per dividere ma per unire, all’insegna del riscatto, il Nord e il Sud Italia, vittime dello stesso cancro mafioso. E che, insieme, possono sconfiggerlo. Nelle figure di Filippo e Cosimo (magistralmente interpretati rispettivamente da Stefano Accorsi e da Sergio Rubini) si gioca dapprima lo scontro e poi l’incontro delle due anime italiane, ed è uno scontro-incontro che fa ridere, sorridere, riflettere, e in cui ciascuno può trovare un suo riflesso e una motivazione.

“La nostra terra” è anche il film di un’esperienza – quella del riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata – condivisa da tante cooperative reali tra il nord e il sud Italia, e nei tentativi del boss Nicola Sansone di screditare e poi distruggere l’operato della cooperativa si vedono gli stessi tentativi che le cosche mettono in atto quotidianamente per impedire un riutilizzo sociale delle proprietà confiscate: incendi, distruzioni, danneggiamenti, vandalismi…  E, ciononostante, l’impegno di tantissime realtà e volontari continua a crescere.

“La nostra terra” è in programma da questa sera al Cinema Capitol di Bergamo.

 

 

 

 

Regia di Giulio Manfredonia. Con Stefano AccorsiSergio RubiniMaria Rosaria RussoIaia ForteNicola Rignanese.

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 Genere Drammatico, produzione Italia, 2014. Durata 100 minuti circa. Da giovedì 18 settembre 2014 al cinema e in programmazione in 95 sale cinematografiche.