Il Superquiz della liturgia. Come mai durante la Messa qualcuno suona il campanello?

Seconda puntata del Superquiz della liturgia della commissione liturgia della parrocchia di Seriate. Questa settimana si parla della preghiera eucaristica. Ecco le risposte a qualche domanda curiosa dei bambini, come per esempio: come mai durante la Messa qualcuno suona il campanello?

Siamo nel momento centrale della Messa. Il pane e il vino sono stati preparati sull’altare e, dopo che il Sacerdote ha recitato una preghiera di lode e ringraziamento a Dio detta prefazio, cantiamo un canto di gloria: Santo, Santo, Santo il Signore…
A questo punto ci si inginocchia per accogliere Gesù che si rende presente sull’altare. Le parole della Consacrazione, sono le più strabilianti che Dio abbia donato alla Chiesa. Possono trasformare un po’ di pane e vino in Cristo Crocefisso!
Questo grande miracolo si chiama transustanziazione, che significa “cambiamento di sostanza”. Ecco che l’altare diventa un vero Calvario: ciò che è avvenuto duemila anni fa, a Gerusalemme, torna ad accadere. Si compie realmente, sebbene in modo misterioso, lo stesso e unico sacrificio che Gesù compì sulla croce. Infatti sul Calvario la vittima era Gesù; sull’altare la vittima è lo stesso Gesù.
Sul Calvario il Sacerdote era Gesù, che offriva se stesso al Padre; sull’altare il vero Sacerdote è Gesù risorto, che offre se stesso
al Padre per mezzo del sacerdote.
Anche la ragione per cui il sacrificio si offre è la stessa: la salvezza degli uomini. Ai tempi di Gesù, folle di pellegrini si recavano a Gerusalemme ogni anno in primavera a celebrare la Pasqua, la festa che ricorda
l’intervento miracoloso di Dio per liberare il suo popolo dalla schiavitù d’Egitto. Il pio israelita ricordava, quindi, come un tempo fosse stato liberato dall’Egitto e come le case, segnate dal sangue dell’agnello, fossero state risparmiate dalla grazia di Dio. Ma questo è solo un aspetto: il convito pasquale aveva anche contemporaneamente uno sguardo rivolto alla liberazione futura, di cui quella dalla schiavitù d’Egitto era una figura. Dunque: passato e futuro, ricordo e speranza, gioia per la liberazione ottenuta e per la certezza di una liberazione ancora più grande.
Gesù ha compiuto il suo gesto in questa cornice, proprio perché voleva che esso si caricasse di tutti questi significati. La cena di
Gesù è una cena di addio, ma egli va incontro alla sua morte nella certezza di un nuovo convito nel regno di Dio.
Gesù ha istituito l’Eucaristia durante un banchetto, scegliendo dunque un contesto umano, che è nel contempo fra i più semplici
e quotidiani e fra i più ricchi di valori simbolici: intimità, fraternità, amicizia. La gioia della cena di Gesù non trova unicamente la
sua radice nel dono della libertà che Dio ci ha fatto e neppure soltanto nella promessa della salvezza futura, ma anche nella
fraternità che già ora, attorno a lui, gli uomini possono costruire e gustare. Non a caso Luca, raccontando la cena dei primi cristiani, dice: «Spezzavano il pane nelle case prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore» (At 2,46). In questo banchetto fraterno, Gesù, «preso un pane, rese grazie» (Lc 22,19): da questo particolare, in apparenza secondario ma in realtà essenziale, il gesto di Gesù prese il nome di «Eucaristia», che significa, appunto, «ringraziamento».

La parola Epiclesi significa “invocazione” dello Spirito Santo. Ma quando e perché avviene?
Il celebrante, dopo il canto del Santo, invoca lo Spirito Santo stendendo le mani sul pane e sul vino, perché diventino il corpo e il
sangue di Gesù. Ma non solo: nella seconda parte della preghiera eucaristica si invoca lo Spirito affinché renda uniti tutti quelli
che partecipano alla Messa in modo che diventino un solo corpo e un solo spirito.

Le preghiere alla consacrazione non sono sempre le stesse. Come mai?
Ci sono diverse preghiere eucaristiche. La Prima, detta Canone romano, era l’unica in uso fino al 1969. Da quella data se ne sono aggiunte sul messale altre tre. A queste quattro, sul messale di lingua italiana se ne aggiungono altre sei: la preghiera eucaristica V (a,b,c,d) e la preghiera eucaristica della riconciliazione (I e II). Ci sono, infine, le preghiere eucaristiche della Messa con i fanciulli.

I BAMBINI CHIEDONO

Durante la consacrazione, si suona il campanello per svegliare chi si sta addormentando?
In alcune parrocchie si usa suonare il campanello quando il prete stende le mani sul pane e il vino e quando alza il pane e il calice presentandoli ai fedeli. L’uso di suonare il campanello era praticato quando la Messa veniva detta in latino e le parole del sacerdote alla consacrazione erano pronunciate sottovoce. I fedeli non riuscivano bene a capire a quale punto si fosse giunti, perciò il campanello era un richiamo ad alzare lo sguardo e a contemplare il corpo e il sangue di Gesù. Ora non è necessario, pur rimanendo un richiamo efficace.

Ancora oggi, la celebrazione della Pasqua Ebraica coinvolge tutti i partecipanti con la lettura dell’Haggadà (libro dei riti). In questo periodo sono banditi i cibi lievitati e per questo si mangia esclusivamente il pane azzimo. La tavola, durante la festa, è ricca di cibi simbolici: le erbe amare che ricordano la sofferenza del popolo ebraico, il pane azzimo, l’agnello arrostito intero, le erbe rosse, un uovo che simboleggia il lutto e la speranza e la salsa charoseth, in ricordo della malta usata dagli schiavi ebrei in Egitto.