Suocera e nuora ai fornelli per imparare a conoscersi. «Chakchouka», una ricetta tunisina

«Il cibo oltre che un nutrimento necessario è qualcosa di cui si deve avere cura. La tavola è luogo di incontro e di festa e la cucina è un mondo in cui si intrecciano natura e cultura. Preparare un piatto è un vero e proprio rito in cui gli ingredienti rappresentano uno scambio di terre, di genti e di culture. Tutti i cibi infatti sono carichi di debiti con l’esterno e con chi in terre lontane ha coltivato le materie prime». Così Enzo Bianchi ne «Il pane di ieri» descrive il mettersi a tavola davanti a un buon piatto. Parole che non potrebbero essere più azzeccate per me, visto che da qualche mese mi sono trasferita in Tunisia, abitando insieme ai suoceri. Sulla nostra tavola spesso si alternano piatti tunisini e piatti italiani, con qualche variante per cercare di andare incontro ai gusti di tutti. In Tunisia infatti il piccante non può mai mancare, e più ci si sposta verso sud, più le dosi e la potenza del sapore aumentano.
La cucina non è solo un luogo in cui i piatti dei nostri diversi Paesi di provenienza si incontrano, ma per me è anche un luogo in cui legare di più con mia suocera. Lei infatti parla poco francese, quindi di solito comunichiamo con un mix di arabo, francese e soprattutto gesti riuscendo a cavarcela in base anche al contesto. La cucina diventa una sorta di luogo magico in cui queste piccole difficoltà spariscono, lasciando spazio al linguaggio universale del cibo. E diventa anche un banco di prova per imparare i nomi in tunisino dei vari ingredienti, per poi potere andare al suq, al mercato, della frutta e verdura da sola. Uno dei primi piatti che mia suocera ed io abbiamo preparato insieme è stato la «Chakchouka» (già la mia difficoltà nel pronunciare il nome ha poi suscitato delle risate per tutta la famiglia), parola che deriva dal berbero e significa «miscela», qualcosa di disordinato. È un piatto molto semplice da preparare. È una sorta di peperonata con uova, ma esistono diverse varianti, quindi ci si può sbizzarrire. Io vi propongo la variante della suocera: senza uova, ma con un tocco in più dato dai merguez (salsicce). È un piatto che si può gustare sia in estate che in inverno, accompagnato rigorosamente da una bella pagnotta.

INGREDIENTI PER QUATTRO PERSONE:

– Olio di oliva
– 2 cipolle
– 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
– 4 o 5 pomodori
– 3 o 4 patate
– Sale
– Pepe
– 4 etti di merguez
– 3 peperoni piccoli piccanti o dolci, a vostra scelta
– Un cucchiaino di harissa (salsa piccante)
– acqua

PROCEDIMENTO:

Sbucciate e tagliate le cipolle. Tagliate a dadini i pomodori e le patate, per poi tagliare a pezzettini anche i merguez. Fate rosolare nell’olio di oliva le cipolle, aggiungendo poi il concentrato di pomodoro e il cucchiaino di salsa piccante. Dopo qualche minuto aggiungete gli altri ingredienti precedentemente tagliati: le patate, i pomodori, i peperoni e i merguez. Salate a piacimento e aggiungete un pizzico di pepe. Il composto non deve essere troppo denso, quindi di tanto in tanto aggiungete un po’ di acqua e mescolate, per avere abbastanza salsa. Il tutto deve cuocere per circa mezz’ora – quaranta minuti. Quando la Chakchouka sarà pronta, gustatela con del pane.
Buon appetito!