Suor Lucina, da Calcinate al Camerun: in missione in mezzo alla foresta

Suor Lucina Baldassarri, nata a Calcinate, dal 2006 si trova in Camerun. Suor Lucina appartiene alla Congregazione delle Suore di S. Dorotea a Venezia. L’esperienza in Camerun non è la prima di suor Lucina nel continente africano: si trova in Africa da 35 anni, vissuti in Burundi, nella Repubblica Democratica del Congo ed infine in Camerun.
«Espulsioni e guerre mi hanno fatto arrivare qui per la prima volta nel 1996 – racconta – e poi dieci anni dopo, nel 2006. Ora mi trovo a Nkol – Afeme, a 20 chilometri dalla capitale politica Yaoundé». «Per una religiosa è difficile parlare di scelta personale – prosegue – perché il voto di obbedienza ci rende totalmente disponibili a rendere servizio dove i superiori ritengono opportuno e necessario, pur tenendo conto ovviamente delle caratteristiche della persona. In quel periodo lavoravo in una parrocchia ad Udine e insegnavo nella nostra scuola tecnica professionale. Un bel giorno i miei superiori mi hanno chiesto la mia disponibilità per l’Africa. È stato un fulmine a ciel sereno, in testa avevo tanti perché e per come, ma il Signore non ha tardato a rispondermi: “Come il Padre ha mandato Me, così Io mando te… Va’ e annuncia il mio Vangelo, la bella notizia a chi non conosce ancora”. Ho accettato e sono partita». Per quanto riguarda l’arrivo in Camerun, suor Lucina non conosceva affatto il Paese: «Vivendoci ho imparato soprattutto ad amarlo ed amandolo ho cercato di assumere con semplicità ed amore le varie situazioni della zona, condividendo quello che potevo. La situazione della zona, da quando siamo arrivate, sta cambiando moltissimo: nel 2006 c’era solo foresta con dei grossi serpenti, né strade, né acqua, né luce. Ci siamo date da fare e in poco tempo altre case hanno cominciato a crescere come funghi. Quattro volte alla settimana distribuiamo l’acqua per il foraggio. La corrente illumina il villaggio, la gente ormai ci vuole bene e ci rispetta». Insieme a Suor Lucina operano altre cinque suore: una cardiologa che lavora in un ospedale, due suore che insegnano tecnologia e morale in due scuole private e l’altra che frequenta l’università. Suor Lucina rimane in casa e si occupa sia della cucina che dell’accoglienza di gruppi di preghiera, di catechismo, per i ritiri spirituali.
Le difficoltà non sono mancate: «Quelle maggiori sono state e sono ancora – spiega suor Lucina – la lingua parlata dalle varie tribù, anche se fortunatamente il francese e l’inglese ci salvano e la realtà complessa dei camerunensi, realtà da capire e accogliere: gente attiva, impegnata nel commercio, poligama, dominata dalla “sorcellerie” (la stregoneria) con scarsi valori morali. Per questo motivo non è sempre facile trasmettere i valori umani, religiosi e spirituali. La situazione della Chiesa non è sempre facile, soprattutto per quanto riguarda l’evangelizzazione: c’è molto da fare a causa delle tantissime sette, che pullulano ovunque, e della poligamia. Di certo l’impegno da parte nostra non manca». Un cambiamento importante e che ha aiutato le missionarie è dovuto allo sviluppo della zona da foresta a villaggio abitato e fornito di acqua e corrente: «Si è creato un rapporto di amicizia con le famiglie – prosegue Suor Lucina -. Ora stiamo allestendo una biblioteca e offriamo loro anche uno spazio ricreativo – formativo per bambini e giovani. Ogni anno organizziamo quattro settimane dedicate al C.r.e., che qui chiamiamo C.a.j, “Camp Amitié Jeunesse”, “Campo dell’amicizia e della gioventù”. Sono aspetti molto importanti per noi per vivere anche la nostra Missione specifica: l’educazione umana e cristiana della gioventù».
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