Luciano Manicardi: «Per chi ha scelto la vita religiosa è il momento di avere coraggio»

Con Papa Francesco, gesuita, «la vita religiosa ha una chance rarissima, anzi, una grazia di cui occorre essere coscienti: è un Papa che capisce e conosce la vita religiosa dal di dentro». Lo ha sottolineato all’Assemblea della Cism Luciano Manicardi della Comunità di Bose. «Non a caso – ha aggiunto – Papa Francesco ha già pensato di dedicare il 2015 alla vita religiosa. Non si tratta di mobilitarsi per qualche celebrazione, ma di comprendere che forse sta passando l‘ultimo treno per un rinnovamento delle comunità religiose. La riforma che Papa Francesco sta promuovendo nella Chiesa cattolica costituisce il clima propizio per un coraggioso sguardo sulla realtà della vita religiosa e anche per un eventuale rinnovamento. È un‘occasione grande che sarebbe peccaminoso non riconoscere e non accogliere, soprattutto da parte di superiori e responsabili di comunità». Non solo: «Francesco ha 78 anni, ma sa vivificare la sua anzianità con una fede e un entusiasmo che lo rendono più giovane di tante persone anagraficamente più giovani. E si trova a governare una Chiesa cattolica attraversata da gravissime crisi di credibilità (pedofilia, scandali finanziari, divisioni e perfino lacerazioni interne al corpo ecclesiale), ma anche da una grave crisi di motivazioni, soprattutto nei paesi di antica cristianità dove la stanchezza diventa tristezza e dunque sconfessione della gioia evangelica».
Manicardi ha quindi suggerito: «Occorre prima di ascoltare i discorsi del Papa, guardare al suo esempio: guardare come vive, come si muove, come abbraccia, come parla, presso chi si ferma, come ‘esce’, per riprendere un verbo a lui molto caro, egli non dimora nemmeno nei palazzi vaticani, ma si decentra, sta ai margini, preferisce il periferico. Guardare e imparare dal suo esempio». Infatti, «egli rende credibile il Vangelo, centro evidente di ogni suo discorso come anche del suo programma di riforma ecclesiale, perché il Vangelo è creduto e vissuto da lui in prima persona. Lì è la sua forza». Dunque, «Papa Francesco sta chiedendo alla Chiesa la capacità e il coraggio di una riforma, di un cambiamento, di un rinnovamento, e questo vale in particolare per la vita religiosa che è inserita in modo vitale nella Chiesa e che è connotata da una dimensione costitutiva di ecclesialità». Allora, nessun alibi, nessuna scusa, «nessun ritirarsi dietro la realtà di vecchiaia, stanchezza, perdita di forze, mancanza di ricambio. Questa è la realtà che si è chiamati a vivificare. Per la vita religiosa è il momento della grande possibilità, è il momento del coraggio, è un momento da non sprecare. Chi ha una responsabilità di comunità sa di avere questa responsabilità davanti a Dio e a lui dovrà rendere conto».