Messa senza prete. Quello che è capitato in una chiesa del Nord e che capita già in molte chiese

Manca il parroco, i fedeli organizzano una messa “autogestita”. È accaduto domenica scorsa nella chiesa Santi Liberale e Mauro di piazza Milano, a Jesolo. Una situazione che, se è abbastanza diffusa in diversi paesi soprattutto “di missione”, nel litorale era forse la prima volta che accadeva a Jesolo e dintorni.

MANCA DON ANTONIO. I FEDELI SI ORGANIZZANO

In pratica è successo che don Antonio, il parroco di piazza Milano, non poteva celebrare la messa delle 10.30 per impegni già assunti e comunicati in precedenza.
Il sostituto, un sacerdote di Mogliano, non si è però presentato in chiesa. Così, dopo aver aspettato alcuni minuti e aver provato a rintracciare inutilmente entrambi i religiosi, alcuni parrocchiani hanno preso in mano la situazione. Tanto più che la chiesa era particolarmente piena di fedeli e durante la messa doveva essere celebrato anche un cinquantesimo di matrimonio. Di fronte alla situazione di “emergenza”, la comunità ha risposto con grande maturità rimanendo ferma al proprio posto, passando alle letture previste alle quali poi sono seguiti i canti. Al posto dell’omelia c’è stato un intenso momento di raccoglimento al quale poi è seguita la distribuzione delle particole già consacrate in precedenza, da parte delle suore presenti in chiesa.

IN FRANCIA: ASSEMBLEA DOMENICALE SENZA PRETE

La cosa non è nuova. Si sa che in molti paesi di missione la messa è una rarità, celebrata, in alcune parti, poche volte all’anno. E si sa anche che, in mancanza di preti, le comunità organizzano preghiere comunitarie e comunioni eucaristiche, utilizzando particole consacrate nelle messe celebrate in precedenza. Capita anche in Europa. In Francia esiste una sigla ADAP: assemblée du dimanche en l’absence de prêtre: assemblea domenicale senza prete. Si tratta di una liturgia della parola con comunione. La tradizione nostrana usava un termine più ruspante: messa secca, di fatto quella del venerdì santo, una messa senza consacrazione e che quindi potrebbe essere presieduta da qualcuno che non è prete, come un diacono o un laico. Come in tante altre realtà della Chiesa anche questa nasce da una emergenza: non ci sono celebranti.

MEGLIO UNA MESSA SENZA PRETE CHE UNA MESSA STRAPAZZATA CON IL PRETE

Ma, ancora una volta, l’emergenza può diventare una possibilità nuova. Per fare almeno due cose. Prima: si inventa o si reinventa una liturgia alternativa inventando o reinventando ruoli anche liturgici che, di solito non ci sono o, anche quando ci sono, sono marginali e trascurabili. Seconda: si cerca di rivalutare la messa. Povera messa! Siccome si deve celebrare sempre, si deve celebrare dovunque è diventata un pietoso riempitivo da collocare dappertutto. Mi hanno raccontato di un prete – non si deve dire né diocesi né tantomeno il paese – che, la domenica si mette i paramenti, salta in macchina e dice, una dietro l’altra, cinque messe in cinque frazioni diverse, senza mai lasciare i paramenti, per risparmiare tempo. Questa sarebbe la messa, la cosa più alta che l’uomo può fare, che di più alto c’è solo il paradiso? Ma, per favore. Meglio, molto meglio una messa seria al mese, con delle adap nelle altre domeniche, piuttosto che una messa strapazzata a questo modo tutte le domeniche. Onore, dunque, ai fedeli di Jesolo. E prepariamoci. Quello che a Jesolo è capitato per una emergenza, è possibile che capiti normalmente, prima o poi, anche in molte altre “normali” comunità parrocchiali.