La vita consacrata. Monaci e religiosi oggi

Carissima suor Chiara, si è aperto l’anno della vita consacrata, un segno importate, che Papa Francesco ha voluto, non a caso, in questo momento storico.  Siamo chiamati a ripensare alla vita consacrata nelle sue diverse forme, al ruolo prezioso per le nostre comunità, oltre alle diverse difficoltà, legate alle singole fraternità, per diversi motivi.
Che ne pensi tu, che vivi la vita consacrata in un monastero, finestra sempre aperta e molto “presente” nelle vicende del mondo? Quale “sapore” al mondo può ancora portare questa scelta di vita, in questo momento storico e nella Chiesa?
Grazie. Anna

Cara Anna, la via consacrata è un dono alla Chiesa e per il mondo. La storia ci mostra quanto la sua presenza sia stata dono all’interno della Chiesa e strumento di umanizzazione per la società di ogni tempo, con i suoi diversi carismi a servizio dell’uomo. Un dono, come tale, va accolto sempre con gratitudine e responsabilità perché possa beneficiare chi lo riceve.

CRISI COME OCCASIONE PER RIPARTIRE

Anche la vita consacrata risente dei molteplici cambiamenti del periodo storico nel quale vive: il nostro è un tempo di trasformazione e di crisi che coinvolge tutti gli ambiti del vivere. È significativo che papa Francesco abbia indetto un anno dedicato alla vita consacrata in questo particolare momento nel quale occorre ritrovare i valori fondanti la vita e la convivenza, in cui la complessità della realtà fatica a intravvedere un orizzonte di speranza. Anche la vita consacrata sta vivendo un tempo di crisi, di chiamata a un cambiamento. Giorno dopo giorno viene spogliata di tutte quelle sicurezze che nel corso del tempo hanno reso importante la sua missione nella Chiesa: l’abbondanza di vocazioni, nel successo di opere caritative e sociali e un substrato sociale cristiano che ne riconosceva il valore. Ora tutto questo sta venendo meno. Noi crediamo che questo sia un tempo prezioso, un Kairos, nel quale la vita consacrata è chiamata a lasciare ciò che per tanto tempo è stato fonte di sicurezza e identità, per intraprendere la ricerca di un ritorno alla freschezza delle sorgenti che l’hanno originata, per riscoprire la profezia e la verità della propria vocazione. Può ritornare a vivere nella libertà dello Spirito, staccata dai vincoli dell’efficienza e operosità, dal consenso e dalla popolarità, per aprirsi all’imprevedibilità della sequela di Cristo.

Una sequela radicata nel mistero pasquale che racconta la radicalità evangelica e diventi segno della priorità e dell’assoluto di Dio nella propria esistenza, e nelle vicende umane. Indichi e provochi i fratelli a un “oltre” , al fine ultimo al quale sono chiamati, a una profondità di vita che scuota la superficialità e il livellamento che la società propone con i suoi falsi valori, smascherando individualismo e autoreferenzialità. Continui a raccontare il Dio di Gesù Cristo amante dell’uomo e della vita, facendosi compagna di cammino dell’umanità, lì dove vive, ama, soffre e gioisce. Assuma la via dell’incarnazione come strada privilegiata scelta da Dio in Cristo per portare la salvezza agli uomini, in una fedeltà creativa ai propri carismi. Attinga dalla contemplazione e dal discernimento, alla luce della Parola, un modo nuovo di essere e di stare nella storia.

PROFEZIA

È quanto Papa Francesco chiede: «Mi attendo che svegliate il mondo, perché la nota che caratterizza la vita consacrata è la profezia. Il profeta conosce gli uomini e le donne suoi fratelli e sorelle. È capace di discernimento e anche di denunciare il male del peccato e le ingiustizie, perché libero, non deve rispondere ad altri padroni se non a Dio». Allora la vita consacrata smaschera l’idolatria che si riveste di religione, la verità come strumento di potere, l’ingiustizia vestita di giustizia. Il “sapore” che essa può ridonare al mondo è la sapienza paziente di riscrivere il Vangelo dentro la storia per farne gustare l’autenticità e la bellezza. Camminando con tutte le vocazioni, in compagnia degli uomini e delle donne, può continuare a raccontare il disegno di vita di cui il Signore Gesù è il fondamento, la fraternità la sua figura fondamentale, i voti le modalità distintive, il servizio incondizionato la forma concreta della carità, che diventa per il mondo invocazione operosa della giustizia del Regno, ove ogni persona è restituita alla sua dignità. Davvero la vita consacrata possa risvegliare il mondo con la ricchezza del suo essere dono, dedizione assoluta, con la bellezza di un ritorno al Vangelo che già ora è sorgente di vita nuova e di speranza per l’umanità.