Natale/Suor Chiara, monaca: Maria, prendici per mano, fino a Betlemme

Immagine: Giotto, Natività (particolare), Padova, Cappella degli Scrovegni

Cara Suor Chiara, Arriva il Natale. Tu che hai rinunciato a essere madre che cosa vorresti dire alla “Vergine Madre” in questi giorni? Grazie e buon Natale. Lisetta

Innanzitutto desidero specificare, cara Lisetta, che la maternità, lo sappiamo tutti molto bene, non è solo un fatto fisico, ma di cuore! Quando l’interiorità è abitata interamente da Dio diviene gravida di vita! Lì, ogni fratello e ogni sorella può trovare “casa” e rinascere! Verginità e maternità sono due aspetti inscindibili dell’amore e si alimentano vicendevolmente: solo un cuore vergine può concepire e dare alla luce nella pura gratuità! In questo Maria ci è maestra: è lei, infatti, che ci insegna ad accogliere la presenza gratuita di Dio e a generarla, nell’amore, con tutto il nostro essere. Maria ci mostra concretamente la sollecitudine e la dedizione incondizionata a Dio e, insieme, ad ogni uomo. Alla sua scuola possiamo imparare la docilità del cuore e l’obbedienza della fede, due “ingredienti” indispensabili per dare vita.

MARIA: PRENDICI PER MANO, FINO A BETLEMME

Il tempo di Avvento, che sta per concludersi, è per eccellenza il periodo dedicato a Maria, Vergine vigilante e Madre accogliente. A lei vorrei chiedere, per ogni uomo e ogni donna, la grazia di continuare ad essere persone che sanno vegliare e attendere il Signore, così che gli affanni e le tribolazioni della vita, non spengano la speranza e la certezza che la storia cammina verso il suo compimento, a dispetto dei profeti di sventura che, ahimè, ne annunciano la fine. A Maria, discepola del Signore, chiedo di prenderci per mano e accompagnarci, nella fede, fino a Betlemme, la “casa del pane”, dove ciascuno può ritrovare le proprie radici e rinascere interiormente. «Intercedi per tutti, o Madre del Signore, un cuore aperto e docile ad accogliere il Figlio di Dio che nasce proprio nella nostra carne e aiutaci a generarlo con le buone opere nei nostri ambienti quotidiani. Fa’ che contempliamo con attenzione e amore il bimbo di Betlemme adagiato nel presepe, per scoprire, un poco più in profondità, la grandezza e la concretezza dell’Amore di Dio che ci avvolge tutti, dalla testa ai piedi. Non smettere mai, o Madre buona, di accompagnarci nel cammino della vita. Tienici per mano, come una mamma il suo bimbo, perché, imparando a camminare, non ci scoraggiamo per le cadute e gli scivoloni, i peccati e le contraddizioni, e nemmeno per gli scandali ai quali, purtroppo, ci siamo abituati.

UNA FEDE A PROVA DI CALAMITÀ

Per tutti ti chiedo il dono di una fede incrollabile, a prova di calamità così che dentro i travagli dell’esistenza possiamo perseverare nell’abbandono fiducioso alla fedeltà di Dio, che non viene mai meno alle sue promesse di vita. E non dimenticarti di tenere svegli e pronti i nostri cuori perché non si addormentino tra le mura calde delle nostre case, ma al contrario, siano pervasi da una sana inquietudine che ci sproni a prenderci cura e a farci carico di tutti coloro che piangono, soffrono e disperano. Tu, che non hai esitato a metterti in cammino sulle strade di Dio e dell’uomo, spingici fuori dai nostri confini e aiutaci a scorgere i segni della Nascita di Gesù nelle povertà assurde del nostro tempo. Tu, che hai vissuto in prima persona il dramma di un Natale senza luci colorate e senza dolci melodie, aiutaci a prendere consapevolezza della serietà di questo evento che ha cambiato il corso della storia e continua anche oggi a cambiare le nostre piccole e grandi storie personali e comunitarie. Aiutaci a gioire, coscienti e grati perché grande è il dono che ci è affidato».