Madonna con il bambino e l’albero di Jesse: una storia d’alabastro

Se ne sta lì, disteso e addormentato. Senza la profezia di Isaia probabilmente non conosceremmo nemmeno il suo nome, sarebbe rimasto uno degli ignoti anelli della catena degli antenati di Cristo. E invece sta scritto che un germoglio spunterà dal tronco di Jesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore.
Eccola, Maria. Splendido fiore che si apre tra i rami della discendenza di Jesse. Tra le sue braccia il bocciolo più prezioso, il piccolo bambino frutto della sua obbedienza. Lei regina con scettro e corona si fa trono della maestosità di Cristo, rivolto a lei in un amorevole e silenzioso dialogo.
Jesse e Maria, personaggi lontani tra loro nel tempo e nella storia eppure così legati, connessi dallo snodarsi delle vicende umane. Li collega nello scorrere dei secoli un legame ideale, sanguigno ed impalpabile, cristallizzato nella forma terrena di un albero frondoso. In mezzo a loro siede Davide, l’ultimo dei figli di Iesse.
A differenza del padre, Davide ci è familiare. Anche qui lo distinguiamo subito, arpa alla mano, rapito nell’atto di comporre le celestiali melodie che accompagnavano i canti sacri, i salmi da lui composti. Animo sensibile e profondo, nasce con lui, dal costato di Jesse, il primo ramo di quell’albero che immediatamente, ancor prima di far nascere altri germogli, diventa mensola che sorregge il trono regale di Cristo.
Si avvicendano, a destra e a sinistra, uomini, profeti, la cui memoria si è persa nel tempo così come la materia si è consumata. Uno solo resta riconoscibile, nel medaglione arboreo che lo circonda, Mosè. Come tutti, stante e ieratico, guarda verso Maria. Le tavole della legge e i raggi di luce sul suo capo raccontano inequivocabilmente gli episodi della sua esistenza terrena senza, almeno per lui, la necessità del letterale aiuto di un cartiglio.
La chiesa del Mediglio a Botta di Sedrina possedeva dunque un’opera preziosa. Preziosa, certo, per il materiale usato, l’alabastro. Preziosa per l’antichità dell’oggetto, realizzato tra XIV e XV secolo. Preziosa anche per la lavorazione, probabilmente da attestarsi a manifatture inglesi. Preziosa ancora per le dorature e i colori smaglianti che un tempo doveva possedere. Preziosa per l’iconografia scelta, un caso singolare per la bergamasca, anche se non isolato.
Preziosa soprattutto perché mostra a chi la guarda tutta la straordinaria umanità del Natale, la potenza disarmante di un Dio che, fedele alle sue promesse, visita la nostra storia come un bambino che nasce e cresce all’interno delle vicende tormentate di un piccolo popolo, che vive come uomo tra gli uomini.

 

 

Bottega inglese

Madonna con il Bambino e l’albero di Jesse

alabastro scolpito con tracce di doratura e policromia, 56 x 31 cm

1380-1450 circa
L’opera è custodita al Museo Adriano Bernareggi di Bergamo, info: www.fondazionebernareggi.it
aperto da martedì a domenica dalle 15.00 alle 18.00

Chiuso per ferie:
25/26 dicembre 2014
1 gennaio 2015
6 gennaio 2015

 
albero di Jesse