Papa Francesco ai giovani di Taizé a Praga: «Siate il sale di un mondo che ha bisogno di ritrovare il sapore di Dio»

Siate il sale di un mondo che ha bisogno di ritrovare il “sapore” di Dio. È l’augurio che Papa Francesco rivolge alle migliaia di ragazze e ragazzi (tra i quali anche molti bergamaschi) che da oggi al 2 gennaio sono a Praga per il tradizionale incontro di preghiera di fine anno organizzato dalla Comunità di Taizé. Quello che ogni fine d’anno unisce i giovani dell’Est e dell’Ovest europeo viene chiamato “Pellegrinaggio di fiducia sulla Terra”, un percorso – indica il Papa nel suo messaggio, rilanciato da Radio Vaticana – da vivere “nella preghiera e nel dialogo reciproco”. “Attraverso il suo Spirito, che abita in voi – scrive il Papa ai giovani – Cristo vi dona di essere sale della terra”, perché vuole “ridare al mondo il suo vero sapore” attraverso la “scoperta della bellezza della comunione” con Dio e tra i fratelli. Nel 1990 il pellegrinaggio di Taizé faceva tappa nell’allora Cecoslovacchia. Venticinque anni dopo, “nel momento in cui la Repubblica Ceca festeggia i 25 anni del suo ritorno alla democrazia, non dimenticate nella vostra preghiera – scrive il Papa – i martiri e coloro che manifestavano la loro fede, uomini e donne di buona volontà che hanno permesso, attraverso il dono gratuito di se stessi, talvolta a prezzo di grandi sofferenze, che il loro Paese ritrovasse un cammino di libertà”. Anche voi, prosegue Francesco, “siete invitati ad aprire camini di libertà donando voi stessi”.
Il Papa assicura di nutrire “fiducia” nell’“immaginazione” e nella “creatività” dei giovani di Taizé, che permetterà al Vangelo di essere annunciato e ascoltato “con gioia” oggi nei loro Paesi. Francesco cita una sua espressione dell’“Evangelii Gaudium”, quando parla dei giovani come “viandanti della fede” e “felici di portare Gesù in ogni strada, in ogni piazza, in ogni angolo della terra!”. Un pensiero ribadito dal Papa nel viaggio apostolico in Turchia del novembre scorso: “Sono i giovani – penso, ad esempio, ai moltissimi giovani ortodossi, cattolici e protestanti che si ritrovano negli incontri internazionali organizzati dalla comunità di Taizé – che oggi ci chiedono di fare dei passi avanti verso la piena comunione. E questo non perché ignorano il significato delle differenze che ci separano ancora, ma perché sanno vedere al di là, sono capaci di accogliere l’essenziale che già ci unisce”.