Rischio universale di incriminazione. A proposito di omofobia e dintorni

È Capodanno, una festa più allegrotta che devota, che, oltre tutto, per restare in tema, dà inizio al carnevale in cui ogni scherzo vale. Sia permesso perciò anche a me di smettere per un momento i paludamenti …canonicali per giocare un po’ con la fantasia.

“NON MI PIACCIONO I FINOCCHI”. POSSIBILITÀ DI DENUNCIA?

Noi italiani siamo in pieno periodo di riforme, che vanno dal più alto livello costituzionale al più quotidiano livello comportamentale. Sui tavoli delle riforme ci son progetti che. se dovessero andare in porto, si creerebbero, perfino per le persone più oneste e, nel mio piccolo, anche per me. seri problemi per poter riuscire a mantenere immacolata la propria fedina penale.
Approfitto perciò del vuoto legislativo per proporre alcune osservazioni che in un prossimo futuro potrebbero risultare fuori legge e comportare imbarazzanti rischi giudiziari.
Ce n’è per tutti. Ad esempio, per iniziare: un cittadino qualsiasi, che, al ristorante, dovesse dire innocentemente al cameriere che non gli piacciono i finocchi, potrebbe rischiare una denuncia per omofobia? Con l’aria che tira, potrebbe essere.

«ONORA TUO PADRE E TUA MADRE» O «ONORA IL GENITORE UNO, DUE…»

In campo ecclesiale, catechisti e predicatori che continuassero a insegnare e commentare il quarto comandamento così come è uscito dalla bocca e dal dito di Dio sul Sinai, cioè “onora il padre e la madre”, rischierebbero di brutto da quelli che fanno la battaglia dura per la parità di genere. Potrebbero essere costretti a insegnare “onora il genitore uno e il genitore due e, se c’è, an-che il genitore tre”. Non è così campata per aria questa preoccupazione se lo stesso grande Beni-gni, nella sua mirabile presentazione dei Dieci Comandamenti in tv, a proposito del quarto ha avu-to delle evidenti esitazioni, sicuramente per rispetto umano verso quelli del gender.

ANCHE PAPA FRANCESCO RISCHIA

Il Papa Francesco medesimo, come capo della Chiesa cattolica, e, insieme con lui, Bartolomeo di Costantinopoli, il Patriarca Ecumenico degli Ortodossi, correrebbero non piccoli rischi. Per rogatoria internazionale, lo Stato Italiano, potrebbe citarli, con l’inevitabile appoggio dell’ONU, per violazione clamorosa della legge delle pari opportunità, per il fatto che le loro rispettive Chiese osano insistere pervicacemente nell’escludere le donne dal sacerdozio.
Associati per una volta ecumenicamente con i Cattolici e gli Ortodossi sarebbero anche i Protestanti di qualsiasi denominazione, perché, tutti insieme, continuano a invocare Dio come Padre nostro. benché nientemeno che un Papa, Giovanni Paolo I, (quello che ha governato solo per un mese) abbia avuto l’apertura mentale di dire, citando Isaia, che Dio è anche madre.

«GENITORE UNO CHE SEI NEI CIELI…» PROPRIO NON VA

Certo, qui, anche volendo, sarebbe difficile trovare una soluzione accettabile per i lottatori del gender. «Genitore uno che sei nei cieli» non suonerebbe bene; ancora peggio suonerebbe «Genitore uno-due che sei nei cieli»… È innegabilmente un bel rebus. Comunque, carissime Santità, attenzione.
Ma quello che dovrebbe preoccupare di più i credenti è che Dio stesso è a rischio di incriminazione, perché, al di là di tutto quello che si dice, nella creazione ha fatto delle differenze tra uomini e donne.

PERFINO DIO HA FATTO DISTINZIONI

Differenze piccole se si vuole, ma evidenti. Ad Adamo ha infatti dato qualcosina in più rispetto a Eva. Non sarà granché, ma basta perché le donne si portino dentro da sempre un’invidia che non le fa star bene.
Che si può fare? I comuni mortali non molto. Naturalmente devono imparare tutti ad avere grande rispetto per le persone e le loro più varie situazioni, senza però che perdano la capacità di vedere il lato ridicolo e anche quello patetico delle cose.
Molto di più possono fare coloro che son pagati per fare le leggi. Questi dovrebbero cercare solo di fare le cose in modo da non far piangere dal ridere, come a volte succede dopo certe barzellette irresistibili.