Mons. Romero e don Sandro denunciano ogni assolutismo

Mons. Sergio Gualberti, arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra in Bolivia, (onore e fortuna per me) fu… il mio curato quando ci trovammo insieme in Svizzera come cappellani degli emigranti nel basso del Cantone di Neuchâtel, negli stessi  anni in cui Mons. Lino Belotti (il nostro Vescovo ausiliare emerito) e Don Sandro Dordi lo erano sulle montagne.

 MONS. ROMERO E DON SANDRO VITTIME DEGLI ASSOLUTISMI

La notizia del riconoscimento della morte di don Sandro come martirio, in quanto trucidato “in odium fidei” dai terroristi di Sendero Luminoso in Perù, ci ha riempito di commozione.

Nello scambio di pensieri che abbiamo avuto nei giorni scorsi, “don” Sergio mi ha fatto notare un aspetto di questo evento che, a mio parere, merita  di essere sottolineato.

Egli, commentando la felice coincidenza della conclusione del processo di beatificazione di mons. Romero e di quello di don Sandro e Compagni (due cause distinte con iter e vicissitudini diverse) mi ha scritto: «Don Sandro e i due francescani polacchi, dichiarati Beati insieme a Mons. Romero! Gli uni martiri dei terroristi di sinistra, l’altro della dittatura militare: estremismi di sinistra e di destra che assolutizzano le ideologie ed escludono a Dio, si divinizzano e si sentono nel diritto di ammazzare chi pensa diversamente».

L’importante di questa annotazione di mons. Gualberti non è tanto il bilanciamento delle responsabilità fra destra e sinistra, con un pari e patta che alla fine non penalizzi nessuno dei due fronti politici. No. L’importante è la denuncia di ogni assolutismo. È l’assolutismo teorico e pratico che esclude Dio e porta gli assolutisti in quanto tali a sostituirsi a lui, con le tragiche conseguenze che hanno fatto del secolo XX il più crudele e il più disastroso di tutta la storia, con milioni e milioni (diconsi milioni!) di vittime.

SE SI NEGA DIO OGNI NEFANDEZZA DIVENTA POSSIBILE

Dostoevskij nei Fratelli Karamazof afferma: «Se non esiste Dio, tutto è permesso». Potremmo anche continuare: Se si esclude Dio… Se lo si nega… Se ci si sostituisce a lui… si fa diventare possibile ogni nefandezza.

Se queste espressioni del romanziere russo disturbano i “laici” (sarebbe più esatto dire laicisti) che Dio non lo vogliono nemmeno sentir nominare, se no gli viene l’orticaria, si può usare una formulazione laica praticamente equivalente: Se si nega un Assoluto, (ad esempio, la Verità assoluta, che nessuno ha in tasca, ma che trascende tutti e davanti alla quale tutti devono rendere conto), tutto diventa relativo, per cui non c’è nessuna verità o ci sono centomila verità. È così che ogni nefandezza diventa possibile. E se, come sta succedendo, il relativismo diventa dogma e si impone come una dittatura, di qualsiasi versante, chi si salva più dalla verità e dalla giustizia del più forte?

I MITI E NON ALTRI POSSEDERANNO LA TERRA

Mons. Romero e don Sandro con i suoi due compagni francescani polacchi (p. Michel Tomaszek di 32 anni e p. Zbignew Stralkowiscki di 35) con la loro testimonianza portata fino al sacrificio della vita, ci aiutino a leggere in questa ottica le tragedie causate dalla violenza assolutista che sono sotto gli occhi di tutti, sia a livello privato, sia a livello nazionale e mondiale.

Il loro martirio con tutti i suoi significati sarà messo in evidenza dalla Chiesa con la beatificazione. Lo scopo delle beatificazioni e delle canonizzazioni alla fin fine è appunto questo: segnalare che i martiri hanno affrontato la morte non tanto in nome di un Assoluto impersonale, ma nel nome di Dio, del Dio di Gesù, con fede, speranza e amore totale e gratuito. La beatificazione vuole inoltre mostrare che i vincitori sono loro. Contro ogni evidenza, ma veramente, essi nella mitezza hanno smentito la forza brutale di ogni assolutismo ateo! Lo fa rimarcare bene il Libro della sapienza: «Agli occhi degli stolti la loro fine fu ritenuta una sconfitta, ma essi sono nella pace». Infatti è lampante che «la loro speranza è piena di immortalità». Beati perché miti. La beatificazione allora è anche per ricordare che Qualcuno ha garantito che di sicuro i miti (non altri) possederanno la terra.

Quindi la glorificazione dei martiri, per essere piena, è proposta anche come un appello ad andare contro corrente, orientando la vita verso l’Amore per la Verità, per la Giustizia, per l’Umanità, al seguito di Gesù, l’Agnello immolato che ha sconfitto e continuerà a sconfiggere tutti i draghi e i caimani che tengono in soggezione la terra.