Da Freetown a Bergamo: un gemellaggio per combattere Ebola

Ebola: ma l’epidemia è finita? Non se ne parla quasi più e ormai i contorni della tragedia vissuta dai Paesi africani coinvolti dal contagio si sono sbiaditi. Come se davvero fosse finita. Invece no, nulla di più sbagliato. La situazione laggiù è ancora critica. Lo riferisce l’Organizzazione mondiale della sanità: per la prima volta dall’inizio dell’anno, c’è stato un aumento di contagi in Guinea Conakry, Liberia e Sierra Leone.
L’emergenza dunque è tutt’altro che rientrata e sono stati rinnovati gli appelli alla vigilanza. C’è un doppio filo che lega la Sierra Leone, Paese in assoluto più devastato dal contagio, proprio con Bergamo. Lo spiega Anna Serena Pirola, responsabile relazioni esterne dell’istituto La Traccia di Calcinate: “La nostra scuola è gemellata con quella di Freetown, capitale del Paese. Abbiamo contribuito a costruirla e abbiamo formato i suoi insegnanti”. L’istituto La Traccia lotta dunque in prima linea al fianco di Avsi (Associazione Volontari per il servizio Internazionale) per far fronte all’edipemia, in contatto settimanale con i volontari in loco. E’ di fondamentale importanza una presenza costante fra la popolazione locale, per contribuire a sfondare il muro di diffidenza e paura che nasce dall’ignoranza. “Tutte le figure del nostro istituto sono coinvolte: desideriamo aiutare le comunità locali a comprendere il valore della vita e della persona – spiega Anna Serena – e dar loro gli strumenti affinché diventino protagonisti della loro esistenza. La prima carità per noi è l’educazione. Il principio del dialogo nasce da un incontro, e deve essere senza pregiudizi, uno scambio aperto e sereno». Il sostegno per garantire loro un futuro migliore passa quindi soprattutto attraverso il supporto educativo, oltre che igienico-sanitario. Una vera e propria catena solidale ha coinvolto il paese di Calcinate: anche la parrocchia di Santa Maria Assunta ha partecipato al gesto di carità, destinando al progetto la raccolta di offerte dell’Avvento. Lo staff di Fondazione Avsi e del Family Home Movement, ong locale del network Avsi, si impegna a far fronte alla crisi con attività di informazione e sensibilizzazione delle comunità colpite, rassicurando la popolazione sulle concrete possibilità di guarigione, allentando quella morsa di terrore e disperazione che negli scorsi mesi ha fatto da padrona. “Nelle ultime settimane- spiega Giulio Galbiati, referente Avsi per Bergamo – il nostro impegno si è concentrato sull’assistenza alle famiglie che sono in quarantena e che non possono muoversi dagli ospedali distribuendo loro cibo, acqua e beni di prima necessità. E viveri come il latte, necessario ai neonati rimasti orfani”. Sono infatti 2000 al momento i bambini che hanno perso i genitori a causa dell’epidemia. Stime purtroppo destinate a salire. “La nostra priorità adesso- spiega Ernest Sesay, presidente del Family Home Movement – è assicurare accoglienza e sostegno ai bambini rimasti senza genitori e cercare famiglie adatte a prendersi cura di loro”. Nel contempo, ci si preoccupa della loro formazione, come racconta Galbiati: “I bambini non possono andare a scuola perché è stata chiusa per paura dei contagi, quindi mettiamo in atto un programma di educazione tramite radio Maria, che per tre ore al giorno trasmette le lezioni”. Racconta commossa Anna Serena Pirola: “Questo è uno strumento in più per non far sentire i bambini lontani dal resto del mondo. Perchè la generosità parte da quello che manca. La carità invece parte da qualcosa che c’è, ossia la persona: dall’alunno al genitore, dal profugo, al malato, al bisognoso. Stabilire un legame di amicizia nel tempo con le persone anche quando è cessato il momento del bisogno: questo è il più grande dono che si possa fare e ricevere”. E questa sera la grande musica dei Pink Floyd sarà protagonista alle 20.30 presso il PalaCreberg di Bergamo. Un tributo unico, eseguito dalla band di fama internazionale The BigOne. Tutto il ricavato andrà ad Avsi, per combattere Ebola.