Salvini e gli immigrati. Cinismo esemplare

«Li soccorrerei ma li terrei al largo e non li farei sbarcare. Ne abbiamo abbastanza». Parole di Matteo Salvini. Parlava degli immigrati, ovviamente e, ovviamente, le sue parole hanno fatto discutere.

PROVIAMO A IMMAGINARE. SOCCORRERLI. MA COME?

Ho cercato, nel mio piccolo, di fare mente locale. Mi sono immaginato nei panni del personale del vecchio Mare nostrum o dell’attuale Triton. Arriviamo vicino a un barcone. Stracolmo, naturalmente. Ci hanno dato l’ordine di soccorrerli e non farli sbarcare. Intanto come facciamo a soccorrerli? Li facciamo salire a bordo, gli diamo da mangiare, da bere, se necessario gli facciamo qualche medicazione. Poi li rimettiamo sul barcone e gli diciamo: adesso tornate a casa, buon viaggio. Questo dobbiamo fare? Ma il barcone sarà poi rimasto lì ad aspettarli o sarà già partito alla ricerca di altri disperati? Oppure, forse, Salvini pensa a un’altra forma di soccorso, più spiccia. La nostra nave arriva, vediamo i disperati, il solito barcone stracolmo, gli buttiamo giù qualche bottiglietta, un po’ di cibo, magari – siamo generosi – anche qualche salvagente e qualche impermeabile per via dell’inverno e poi, appunto, gli diciamo: tornate a casa. Sono incompetente in materia: Salvini ne sa certamente più di me. Ma se, una volta partita la nave, i disperati, invece di tornare sulle coste della Libia, ripartono e arrivano a Lampedusa, cosa facciamo? Li prendiamo a cannonate?

CONDANNA A MORTE

Insomma, la situazione è di totale, assoluta emergenza. Ormai l’alternativa è secca: o accoglierli o farli morire. Perché farli tornare a casa con barconi che spesso non hanno nulla, neppure il carburante, significa, almeno in questa stagione, condannarli a morte. E anche se, per caso, ce la fanno ad tornare sulla coste libiche troveranno gli scafisti che li prenderanno a fucilate oppure altri scafisti che gli chiederanno altri due o tremila euro che hanno già speso per la prima traversata. Insomma: una condanna a morte.

LA BUONA POLITICA SI VEDE DALL’EMERGENZA

Niente come le situazioni di emergenza fanno venire a galla la serietà dei politici. O la non serietà. La posizione di Salvini brilla per il suo totale cinismo. Se avesse detto soltanto che bisogna respingerli avrebbe suscitato troppa protesta che avrebbe potuto danneggiarlo. No: ha detto che bisogna soccorrerli e poi non ha detto che bisogna respingerli, ma “non farli sbarcare”. Questo permette a Salvini di non apparire cinico ma, nello stesso tempo, di esserlo di fatto. Questo permette, soprattutto, di non perdere voti, anzi di acquisirne dei nuovi: è l’unica cosa che interessa a Salvini in questo frangente e non solo in questo. Per lo stesso motivo non si è degnato di andare lui a incontrare personalmente il Presidente Mattarella. Non ha tempo da perdere Salvini ed è sicuro che, per premiarlo, qualche arrabbiato lo voterà. E questa sarebbe la politica “nuova” , alternativa, la politica vera? Stiamo freschi.