Colantuono, allenatore di calcio, personaggio pubblico. Anche quando perde

Coloantuono silurato (vedi l’articolo di Cesare Malnati sul nostro settimanale). Non siamo esperti di sport e quindi ci inchiniamo a chi ne sa di strategie, di tattiche, di varia arte pallonara. Ci limitiamo a reagire al fatto, così come lo abbiamo vissuto, quando è arrivata la notizia.

È stato decisivo in tutta la vicenda l’aspetto, se così si può dire, pubblico. Come sempre peraltro, nelle vicende del calcio. Lo spogliatoio, come viene chiamato dai giornalisti, è in realtà una piazza. Tutti sanno che quello che avviene nello spogliatoio, i rapporti dei calciatori tra di loro e con l’allenatore fuori del campo, influenzano pesantemente il campo. In termini teatrali si dovrebbe dire che quello che avviene dietro le quinte è già spettacolo. Il confine fra il privato e il pubblico è esile, anche perché i calciatori fanno di tutto per renderlo ancora più esile. Colantuono sembra ingranasse di meno con lo spogliatoio e questo è diventato subito un problema fuori dello spogliatoio.

Così una crisi tutto sommato limitata di un allenatore che non ottiene risultati, che forse non ingrana più come prima con i propri giocatori, diventa notizia di cui tutti parlano e notizia che fa innescare la sostituzione. Giocatori e allenatori protagonisti quando giocano lo diventano anche quando non giocano. Tutto avviene in piazza.

La piazza, in effetti, esalta i protagonisti quando arrivano i successi e fa diventare impietoso lo spettacolo quando i successi non ci sono o quando i difetti e la cialtroneria dei protagonisti si affermano. Tutti, in effetti, sono, almeno un po’ e almeno qualche volta, cialtroni ma essere cialtrone in piazza non è come esserlo in camera. La vicenda miseranda del Parma con tutti gli intrallazzi che gli si sono costruiti attorno, è esemplare. Lo è anche, in forme molto diverse ovviamente, la vicenda di Colantuono. Tutto è davanti a tutti. Tutto in piazza, sempre. Anche quando si perde e anche quando si viene licenziati perché si perde.

A chi ha voglia di pensare, l’invito a chiedersi a quanto il calcio che è fatto così, è simile alla società tutta e quanto la società tutta influenza a sua volta il calcio. Un bel esercizio di acrobazia intellettuale. Per chi ne ha voglia: buon lavoro.