La nuova Atalanta è vecchia. Cambiare testa e cambiare gioco. All’attacco soprattutto

Foto: Luca Cigarini

La brutta prestazione dell’Atalanta a Parma, all’esordio in panchina di Edy Reja, ha destato forte preoccupazione, oltre che meraviglia. S’è vista una squadra troppo remissiva per avere appena cambiato allenatore. In questi casi di solito si registra, anzi, un’impennata (magari momentanea). Sicché qualcuno già teme di dover rimpiangere Colantuono.

CAMBIARE MENTALITÁ

In realtà, i nerazzurri devono cambiare mentalità, come ha dichiarato lo stesso Reja. Che significa? Che, se l’Atalanta finora ha sbarcato il lunario stando ben attenta a non lasciar giocare l’avversario per sfruttarne il primo sbaglio senza organizzare un’autentica fase offensiva, d’ora in poi – quando servirà – bisognerà pur tentare d’imporre il proprio gioco. Mica facile. Un po’ dì tempo ci vorrà.

Obiezione: di tempo non ce n’è. Vero, ma relativamente. La classifica è tale che per salvarsi può bastare un’abile gestione dei punti. E da questo lato il punticino preso a Parma, tenuto conto delle difficoltà del caso per l’anomala situazione dei ducali, va ben accolto. Ormai la stagione s’è incanalata su questi binari. I

noltre, con Colantuono, miglioramenti – nonostante il mercato invernale, in base alle richieste del tecnico – non se ne intravedevano.

COLANTUONO SOLLEVATO E NON AFFRANTO. PAROLA DI PERCASSI

Il presidente Percassi, inoltre, ne ha detta una mica male settimana scorsa, in conferenza stampa. Che, a suo parere, l’allenatore laziale, a esonero comunicato, era “sollevato” e non affranto. Questa sensazione, riportata non da uno qualunque ma dal datore di lavoro, forse meriterebbe d’essere maggiormente approfondita.

BUONA LA DIFESA. ATTACCO DA INVENTARE

Brutta indubbiamente la prestazione di Parma, però non s’è perduto, anche perché la fase difensiva ha retto bene, pur con i due centrali – Benalouane e Masiello – inediti, non avendo mai giocato insieme. Ciò significa che il centrocampo a tre, con Cigarini protetto da due mediani, ha funzionato, sotto questo aspetto. Il tridente, ecco, ha fallito. Ma proprio gli attaccanti hanno maggiormente sofferto il tentativo di cambio di mentalità, perché prima si chiedeva loro, anzitutto, d’essere i primi difensori. Reja vuole probabilmente che gli esterni restino alti e si cimentino nell’uno contro uno, come ha provato nella ripresa D’Alessandro. Tutto il reparto d’attacco va rivisitato, compresa la scelta dei giocatori. Denis tornerà d’attualità quanto prima, vedrete.

IL CORAGGIO DI CAMBIARE

Insomma le soluzioni spettano al nuovo tecnico, che non disdegna neppure, in base alle sue più recenti esperienze, un 4-2-3-1, che tuttavia dipenderebbe molto dalle caratteristiche degli interpreti. Piazzando Moralez alle spalle dell’unica punta, per esempio, potrebbe risultare indebolito il centrocampo, affidato ai soli Cigarini e Carmona, o chi per loro. La svolta, comunque, s’è compiuta. Se è vero che bisognava avere il coraggio di cambiare, come ha spiegato Percassi, qualcuno s’aspettava l’uomo dalla bacchetta magica?