Il Cerchio: Il grande fratello ai tempi di Internet e dei social network

C’è un’atmosfera orwelliana nel romanzo di Dave Eggers «Il Cerchio» (Mondadori). Il romanzo è diventato un caso negli Stati Uniti: là dove i colossi della Silicon Valley sono una realtà con cui immediatamente si misura “The Circle”, appunto, la società di servizi internet che è al centro del romanzo.
La dittatura dei social che Eggers descrive ha un’apparenza affascinante, dolce e subdola, ma non è per questo – nella sostanza – meno terrificante. I software e le applicazioni creati dalla società The Circle, SeeChange e TruYou, fanno impallidire Facebook, Twitter e Google per la loro efficienza pervasiva. La vita quotidiana è completamente digitalizzata, attraverso videocamerine ultraleggere a energia solare che si possono (e si devono) portare addosso e attraverso un sistema di verifica che unisce nel nome della massima trasparenza i profili privati, pubblici, personali e lavorativi, annullando l’incertezza dell’anonimato, e rendendo civile qualunque spazio di discussione (questa è una ricaduta positiva).
La protagonista, Mae Holland, laureata in psicologia, arriva a The Circle come stagista nel settore “customer experience” (quello che misura il gradimento dei clienti). È piena d’entusiasmo e desiderosa di fare carriera: sa che solo i migliori riescono a entrare in questa élite, che pochissimi riescono ad emergere. Senza quasi accorgersene entra a far parte del sistema: lavora su tre schermi in contemporanea, diventa estremamente reattiva e social, è invitata a inviare post (zing) su qualunque attività professionale o ricreativa stia svolgendo, misura il suo successo dai like e dalle reazioni che riceve, impara quanto possa essere forte l’intreccio tra attività virtuale e reale, in una società in cui  viene preso estremamente sul serio anche quello che scorre sullo schermo, ed è come un’estensione della personalità fisica.
È incantata dalla possibilità di vivere mille nuove esperienze all’interno del Cerchio, dove ogni sera c’è una festa a tema, dove si moltiplicano le possibilità di ricreazione e intrattenimento, dove si può avere qualsiasi cosa (cibo, abiti, accessori, oggetti, gadget) a patto di parlarne ai propri follower. Dove la strada è lastricata di mattonelle che invitano a “Sognare, Innovare e Respirare”. Come spesso accade nella vita reale, Mae è più attenta a ciò che può ottenere che a quello che perde: la sua libertà personale, la privacy, la possibilità di mantenere legami al di fuori del Cerchio. Tutti devono essere al corrente di tutto: e Mae lo impara a sue spese.
La società futura tratteggiata da Eggers è ancora più inquietante perché appare in tutto vicina, possibile, in molti modi già realizzata. Come se a separarci da quella realtà ci fosse solo una linea sottile: attenzione a farsi prendere dall’entusiasmo, dice Eggers. Mae quasi per caso diventa pioniere del nuovo esperimento del Cerchio, che prevede l’abbattimento definitivo della sfera privata. Grazie alla videocamera SeeChange che la riprendono 24 ore su 24 (lasciandole tregua solo quando va in bagno), e al braccialetto che cattura tutte le reazioni del suo corpo, vive come se la sua stessa pelle fosse diventata trasparente. Eggers ha raccontato di aver voluto combinare in una grande società tutti i servizi del web che vengono oggi già offerti. Una prospettiva molto vicina alla realtà in un mondo in cui esistono già poche società con grandi monopoli (pensiamo a Facebook, con oltre un miliardo di utenti, o a Google, che riunisce motore di ricerca, social network, servizi di geo-localizzazione, giochi, applicazioni, video…) . Tra i saggi fondatori di The Circle però è inevitabile che aleggi l’ombra di Mark Zuckerberg. “The Circle” riflette il controllo pieno della vita individuale che George Orwell descrive in «1984». La società tecnologica del romanzo di Eggers sembra esercitare soltanto un potere economico, ma con il suo “progetto trasparenza” legato a SeeChange finisce col tenere sotto scacco i politici (chi non ci sta ha qualcosa da nascondere). Chi ne fa parte, però, finisce col dimenticare il controllo, per annegare nel piacere di ricevere consensi («like») dai suoi follower.  Anche nella mente di Mae, ottenebrata dalla popolarità sui social, a un certo punto però si apre una crepa: sarà la ribellione dei suoi genitori, sarà l’influenza di uno strano personaggio che riesce ad arrivare fino a lei insinuandosi nelle pieghe del sistema. Dave Eggers dà forma alle nostre paure, ed evoca lo spettro di un mondo ad altissima densità tecnologica. Si può guardare in questo romanzo come in uno specchio, e trovare le proprie contromisure.